Covid e carceri: il caso Reggio. Fa chiarezza il Garante dei detenuti del Comune di Reggio Calabria, l’avv. Giovanna Russo

Con il presente comunicato intendo porre all’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità preposte come le misure di prevenzione volte a contenere i contagi da SARS-CoV-2, ad oggi adottate negli Istituti penitenziari di Reggio “G. Panzera” e del plesso di Arghillà, siano assolutamente adeguate e pienamente rispondenti alle direttive emanate dall’amministrazione penitenziaria al fine di contenere e scongiurare il più possibile i casi di Covid-19. Si precisa come la direzione del Carcere già nella prima fase della pandemia abbia attrezzato, nei rispettivi istituti le aree per il contenimento del covid e per evitare focolai all’interno delle mura carcerarie. Si evidenzia come, rispettivamente, presso la casa circondariale di Arghillà il reparto Demetra, prima destinato agli art. 21, è stato trasformato nel reparto Covid dove viene fatta trascorrere la quarantena di 14 giorni. La sezione si compone di 8 camere, ma una è inagibile. Nell’Istituto “G. Panzera” di Reggio invece la sezione Caronte, è stata adibita a reparto Covid per i detenuti in attesa di tampone, nuovi giunti o che necessitano di isolamento e le aree vengono sanificate regolarmente.

Ieri il I caso! Un detenuto, ristretto nel carcere di Reggio, si tratta di un detenuto nuovo giunto quindi già posto per profilassi in isolamento covid, nell’apposita sezione dedicata, è risultato positivo ai controlli effettuati con il primo tampone. Prontamente sono state sottoposte a tampone tutto le unità che potenzialmente hanno potuto avere contatti con il detenuto positivo e conseguentemente esperite tutte le procedure di sicurezza e contenimento. Da tempestive e sempre costruttive interlocuzioni con il Direttore Dott. Calogero Tessitore tengo a precisare e comunicare come i nostri istituti penitenziari proprio per gli sforzi e la diligenza nell’attuare i protocolli hanno sino ad oggi scongiurato il verificarsi di situazioni allarmanti come invece avviene in altri Istituti penitenziari del Paese. Personalmente la scorsa settimana ho potuto constatare come i processi di rispetto delle regole per il contenimento del Covid e le procedure di sanificazione vengano correttamente attuate. Sicuramente l’amministrazione penitenziaria al fine di garantire ampie tutele ai detenuti, in questo momento di particolare emergenza necessita del supporto e della vicinanza concreta e fattiva di tutti gli attori istituzionali. Siamo tutti molto attenti a contenere i contagi fuori, ma questa pandemia sta insegnando a ciascuno di noi che dobbiamo essere particolarmente vicini agli ultimi ed agli emarginati quindi anche alle persone private della libertà personale. Sono vite umane, uomini e donne che benché debbono scontare la loro pena, necessitano di tutte le tutele che ogni singolo cittadino deve vedersi garantite costituzionalmente. Tengo a precisare come questo ufficio sarà a completo supporto sia per la tutela dei detenuti ed in particolare per il loro diritto alla salute, ma fungerà anche da supporto concreto e fattivo nei riguardi dell’amministrazione penitenziaria e della polizia penitenziaria.

I rischi connessi ai detenuti inevitabilmente coinvolgono anche il personale di polizia penitenziaria e tutti gli operatori dell’ammirazione penitenziaria a cui va la nostra personale solidarietà e con i quali più volte ci siamo reciprocamente ribaditi il concetto di leale e reciproca collaborazione nell’interesse primario del rispetto delle norme. Personale che ogni giorno esce dalle proprie case per prestare  servizio allo stato. Bene dobbiamo attivare subito una task force per supportare l’operato dell’amministrazione penitenziaria e questo deve necessariamente passare anche e soprattutto per un’attenta e rapida programmazione degli interventi in tema sanitario (di competenza dell’Asp) da adeguare e potenziare urgentemente nei due istituti penitenziari di Reggio Calabria. Da rappresentanti delle Istituzioni abbiamo il dovere morale, giuridico e costituzionale di proteggere anche loro. Falliremo tutti se pensiamo a comparti stagni. Vi è una trasversalità umana che non può essere pensata come linee parallele. Abbiamo “due città” nella città ed anche qui da ieri è sempre più preoccupante e concreto il problema contagi ed il disastro che potrebbe derivarne. Siamo tutti in prima linea per far fronte a questa seconda ondata. Nessuno escluso.

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