Anghelone: “Quello della salute è un bene che non può essere oggetto di mercanteggiamento politico”

“Il momento è delicato e, come tale, merita di essere affrontato con pragmatismo, liberandosi da pregiudizi ideologici che devono fare spazio alla concretezza”. E’ questo il punto di partenza da cui si dipana la proposta che avanza Saverio Anghelone, medico e consigliere comunale di “Cambiamo” a Reggio Calabria. “Non bisogna avere paura – invita caldamente il giovane professionista – di ribaltare il tavolo sul quale sono posati metodi anacronistici ed inadatti a restituire una gestione oculata alla sanità calabrese. Deve finire la pericolosa guerra tra fazioni bramose di piantare le bandierine che negli anni si sono conficcate nella carne viva del popolo, umiliato da tagli e chiusure scellerati. E’, dunque, indispensabile, ribaltare schemi concettuali rivelatisi disfunzionali e arrivare alla massima prossimità nei confronti dei pazienti. Quello della salute è un bene che non può essere oggetto di mercanteggiamento politico ed anche la visione strategica deve essere, quanto più possibile, vicina alle esigenze emergenti da un territorio specifico e ben definito. Siano, pertanto, in ogni singola provincia, i vertici dell’Ordine dei Medici, presidente e Giunta, a condurre il settore, a supervisionarne l’andamento. Solo figure del genere hanno le competenze, professionali ed umane, complete per assumere decisioni efficienti e adeguate alle istanze di cittadini, oggi più che mai bisognosi di rassicurazioni”. “Sappiamo bene – allarga lo sguardo il Coordinatore provinciale di ‘Cambiamo’ – quali sono le paure che attanagliano in questa fase drammatica la popolazione e obbligo morale della politica è quello di fornire soluzioni, non aggravarne le difficoltà. Vale per la crisi epidemiologica, vale per quella economica a proposito della quale non sono ammessi rallentamenti di sorta. I fondi stanziati per garantire sollievo alle attività commerciali ed imprenditoriali siano distribuiti non in modo lineare, ma seguendo, a scaglioni, una precisa suddivisione per fasce di fatturato. Solo così sarebbe possibile premettere equità e giustizia sociale in una fase emergenziale del genere. Questi stessi principi devono indirizzare l’azione pubblica nei confronti dei veri protagonisti della guerra alla Covid-19: gli operatori sanitari. E’ opportuno, a tal proposito, riconoscere nei fatti il lavoro improbo quanto eccezionale da essi compiuto giorno e notte: l’unico modo per mostrare la dovuta riconoscenza e la  piena consapevolezza degli sforzi da essi profusi – mette in evidenza Saverio Anghelone – è aumentare gli stipendi e stabilizzare le posizioni lavorative di quanti continuano ad essere avvolti nella precarietà”.

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