
Vi sono molti studi che ultimamente, concentrano l’attenzione sul ruolo della Vitamina D in presenza di Coronavirus. Ma prima facciamo un po’ di chiarezza!
La vitamina D è una vitamina liposolubile, il suo fabbisogno giornaliero è di circa 15 mcg/die, e un suo apporto adeguato è fondamentale per il corretto metabolismo osseo, essa permette al calcio di entrare nelle ossa fortificandole. Una sua carenza comporta demineralizzazione ossea ovvero fragilità fino ad arrivare, in condizioni più estreme, all’osteoporosi.
Dove si trova?
Fonti di Vitamina D sono: l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi, carni e derivati, i funghi ed il tuorlo dell’uovo. Non solo l’alimentazione gioca un ruolo importante, ma anche l’esposizione solare, in quanto permette alla Vitamina D di attivarsi e regolare l’ingresso del calcio nelle ossa.
Ma perché questa vitamina si associa al Coronavirus?
È stato osservato, che una carenza di vitamina D esporrebbe maggiormente ad infezioni, sia batteriche che virali, alle alte e basse vie aeree, da qui la correlazione con il virus SarsCovid19. E’ importante sottolineare che non ci sono studi che dimostrino che l’ipovitaminosi D esponga al virus SarsCovid19, ma è altrettanto vero che l’attenzione rispetto a questa ipotetica correlazione è alta, e che certamente in un periodo come questo di temperature sempre più rigide, le infezioni alle vie respiratorie sono sempre più diffuse.
Cosa fare quindi?
La condizione di isolamento, la necessità di coprire il nostro corpo e di limitare l’esposizione solare, porta facilmente ad una condizione di carenza. E’ fondamentale quindi, sempre dopo il consulto con il proprio medico curante, integrare con supplementi di Vitamina D per via orale. Sarebbe opportuna un’attenta e corretta integrazione con Vitamina D, anche nei bambini, per favorire un corretto accrescimento, ed è indispensabile per le donne gravide, in allattamento o pazienti anziani, istituzionalizzati o affetti da osteoporosi, per correggere le carenze e far fronte agli aumentati fabbisogni.