
Il Comitato “Reggio non si broglia” è in movimento per evidenziare una situazione che, in un contesto politicamente equilibrato, avrebbe già portato allo scioglimento del Consiglio Comunale. Infatti, il 14 Dicembre dello scorso anno, il procuratore della Repubblica, dott. Giovanni Bombardieri, annunciava in conferenza stampa l’arresto ai domiciliari (successivamente confermata dal Tribubale del Riesame) nei confronti di Antonino Castorina, consigliere comunale in carica eletto nel PD, ed il presidente di uno dei seggi alle ultime consultazioni elettorali.

In data 29 Gennaio c.a. il sostituto procuratore Paolo Petrolo e il procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni hanno notificato un avviso di garanzia, unitamente ad invito a presentarsi, nei confronti di una trentina di persone. Si tratta di scrutatori e/o segretari di seggi in determinate sezioni elettorali.
Siamo ancora ai primi passi di un’indagine che, a detta degli investigatori, è destinata ad allargarsi sempre di più.
Di fronte a questo scandalo, che rappresenta un unicum nella storia democratica della nostra Repubblica, però assistiamo ad un silenzio che un centinaio di reggini hanno inteso spezzare costituendo il comitato civico di azione popolare denominato #ReggioNonSiBroglia intervento sulla stampa locale e con una lettera inviata alle più alte cariche dello Stato (fra cui anche Mattarella).
Il Comitato adesso chiama a raccolta i reggini, avviando una petizione popolare per chiedere lo scioglimento del Consiglio comunale ed il rinvio delle elezioni per la Città Metropolitana che, il Sindaco forzando i tempi ha fissato per il prossimo 24 gennaio, a questo punto, illegittimamente visto che il Consiglio comunale, che rappresenta il presupposto istituzionale ed elettivo, è delegittimato dai brogli e dalla rappresentanza di scranni assegnati sui dati falsati con i brogli.
Reggio Calabria è una città che, dopo 6 anni di amministrazione PD, ormai è sommersa dai rifiuti (nonostante la differenziata), dove manca l’acqua nelle case (nonostante l’inaugurazione della Diga del Menta), gli alberi cadono sulle strade (speriamo mai sulle teste dei passanti ma già qualche macchina ne è stata “investita”), scarseggiano gli asili nido e le mense scolastiche (però abbondano le partecipazioni del sindaco ai gay pride). Una città dove mancano i servizi essenziali, manca il lavoro e che ormai sembra spopolarsi considerato che non più solo i giovani emigrano per cercare lavoro e dignità altrove. Gli ultimi dati Istat, infatti, segnano un netto calo della popolazione reggina.
Lo scandalo di questi brogli elettorali rappresenta l’ennesima umiliazione per il popolo reggino, ma temiamo che anche questo passerà in sordina se la vicenda non troverà respiro nazionale, come tra l’altro merita visto che si tratta di un caso unico nella storia repubblicana. Sarebbe auspicabile che tutte le forze politiche e i media cominciassero ad approfondire la questione e aiutare i reggini a recuperare la propria dignità. Sabato il Comitato di azione civica sarà in piazza per avviare la petizione popolare.