Sudan. L’ONU: 100.000 in fuga dalle violenze nel Darfur

Alto Commissariamento: almeno 3.500 persone sono aree remote Ciad

(DIRE) Roma, 22 Gen. – Sono oltre 100.000 le persone in fuga dagli scontri intercomunitari che da circa una settimana si verificano nella regione del Darfur, in Sudan, e che hanno gia’ provocato la morte di 250 persone, tra i quali tre operatori umanitari. A calcolarlo e’ l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che in una nota esprime “preoccupazione” per le violenze. Tra quanti fuggiti di recente, si legge in una nota, “circa 3.500 sudanesi hanno raggiunto la provincia di Ouaddaï nel Ciad orientale”. Unhcr comunica che questi rifugiati, che sono in maggioranza donne e bambini “sono accolti in quattro localita’ ubicate in aree estremamente remote che non dispongono di servizi di base ne’ di infrastrutture pubbliche, e trovano riparo sotto gli alberi”. A causa dei rischi legati alla diffusione del Covid-19, si spiega nel comunicato “le autorita’ locali ciadiane stanno indirizzando i nuovi arrivati verso un sito di transito presso cui osserveranno un periodo di quarantena prima di essere trasferiti a un campo rifugiati situato lontano dal confine”. L’Unhcr, si legge nella nota, “sta mobilitando rapidamente gli aiuti destinati all’area per rispondere alle loro esigenze” anche alla luce del fatto che, prima di quest’ultima serie di scontri, “il Ciad accoglieva gia’ oltre 360.000 rifugiati sudanesi”. L’agenzia dell’Onu riferisce invece che in Sudan “sta mobilitando risorse nell’ambito delle attivita’ di risposta interagenzie, volte ad assicurare assistenza alle persone colpite dagli scontri”. L’Unhcr, conclude il comunicato, “ha predisposto l’allestimento di alloggi di emergenza e la rapida distribuzione di altri beni di prima necessita’, quali coperte, non appena le condizioni sul piano della sicurezza lo consentiranno”. (Est/ Dire) 18:59 22-01-21

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