Brasile. Divario di genere sul lavoro, con covid indietro di 30 anni

Livelli occupazione donne come nel ’90. Parla l’esperta Madalozzo

(DIRE) San Paolo (Brasile), 12 Feb. – La pandemia di Covid-19 ha aggravato le disuguaglianze tra uomini e donne nel mercato del lavoro in Brasile. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto per la ricerca economica applicata (Instituto de Pesquisa Economica Aplicada, Ipea), la percentuale di donne che lavorano si e’ attestata al 45,8% nel terzo trimestre del 2020, il livello piu’ basso dal 1990. In un’intervista all’agenzia Dire, la coordinatrice del nucleo Donne e territorio dell’Institute of Teaching and Research (Insper), Regina Madalozzo, sottolinea che le trasformazioni sociali ed economiche provocate dal Covid-19 hanno reso evidente il fatto che le donne hanno un sovraccarico di lavoro ben oltre i compiti legati alla loro professione.
“Il contributo piu’ importante che la crisi del coronavirus ha portato e’ stato quello di riaprire il dibattito sulla vulnerabilita’ che soffriamo in tema di ‘cura’ intesa come attivita’ domestiche” dice Madalozzo. “La partecipazione delle donne al mercato del lavoro non e’ accompagnata da una discussione sui ruoli sociali, che consentirebbe a uomini e donne di godere delle stesse condizioni, e la pandemia ha messo a nudo questo problema”.
Il fatto che durante il lockdown siano venute meno reti di sostegno come la scuola o le baby-sitter ha reso impossibile per molte donne mantenere il proprio impiego oppure cercarne un altro, rientrando nel mercato. In questo quadro, secondo l’esperta dell’Insper, gli aiuti di emergenza erogati dal governo federale nei mesi scorsi hanno giocato un ruolo importante per le famiglie. “Questi aiuti economici hanno attutito l’eventuale perdita di reddito da parte delle famiglie, evitando che la situazione peggiorasse ulteriormente” dice Madalozzo. “Per questo stiamo discutendo la possibilita’ di continuare a erogare aiuti di emergenza. Perche’ quale risposta intendiamo dare a tutte quelle famiglie nelle quali a garantire il reddito pensa unicamente la donna, oppure e’ la donna a contribuire alla maggior parte del salario e ora a causa della crisi non riesce a lavorare o a rimettersi in cerca di un altro impiego?”    Una situazione che a oggi, in Brasile, riguarda il 49,5 per cento delle famiglie, come emerso da uno studio diffuso dall’Istituto brasiliano di geografia e statistica (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatisticas, Ibge).
Secondo Madallozo, la ripartenza per le donne sul mercato del lavoro tende ad essere ancora piu’ lenta rispetto a quella degli uomini. “Il loro ritorno al lavoro dipende da un’organizzazione sociale per la quale non siamo ancora preparati” dice l’esperta.
“Il ritorno degli uomini, invece, riprende piu’ rapidamente non solo perche’ avviene in settori meno vulnerabili a queste dinamiche, ma perche’ sul posto di lavoro gli uomini godono di privilegi anche in tempo di crisi. Per quanto sorprendente possa sembrare, ci sono ancora molte aziende che, quando decidono di fare tagli sul personale, hanno piu’ timore a licenziare i padri che le madri”.

Secondo il Registro generale dei lavoratori e dei disoccupati (Cadastro Geral de Empregados e Desempregados, Caged), l’anno scorso sono stati creati impieghi per 230.200 uomini, mentre le donne hanno perso 87.600 posti di lavoro.
(Bio/Dire) 14:27 12-02-21

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