Abbrescia, UGL Rider: “733 mln di euro rappresentano la fine dell’online food delivery in Italia”

“La sanzione economica prossima a 1 miliardo di euro, richiesta dalla Procura di Milano a carico delle società di online food delivery, è una cifra che farebbe tremare i polsi alle più importanti multinazionali al mondo, ma di fatto si presenta come una morte indotta nei confronti delle piattaforme digitali.” Lo ha dichiarato in una nota Vincenzo Abbrescia, Segretario Nazionale UGL Rider, in merito all’inchiesta dell’Ispettorato del Lavoro e della Procura di Milano.
“Una lunga indagine, che dopo un accertamento di ben 3 anni giunge a conclusione e che coinvolge il complesso mondo imprenditoriale del food delivery in Italia. Non si contesta il lavoro della Procura della Repubblica di Milano – precisa Abbrescia – ma sorprende la genericità del provvedimento che nella parte conclusiva preannuncia, senza indicare l’esatta corrispondenza tra violazioni e sanzioni economiche, un’ammenda complessiva di oltre 733 milioni di euro a carico delle piattaforme. L’economia italiana – continua Abbrescia – va salvaguardata, considerato che sono ormai numerosi i soggetti che operano nel digitale, nel lavoro on demand, nella sharing economy e nei nuovi modelli organizzativi più nettamente conosciuti come gig economy.
Evidentemente questo ‘fenomeno’ ha trovato impreparato non solo il legislatore ma anche i meccanismi di controllo. L’economia dell’online food delivery arriva in Italia nel 2015 e si colloca in un quadro normativo dove la rigida classificazione del lavoro autonomo e di quello subordinato non permetteva un univoco e incontestabile inquadramento. La svolta è arrivata con la firma del CCNL RIDER, sottoscritto da AssoDelivery e UGL Rider che ha consentito ai lavoratori del settore di avere un quadro normativo certo capace di tutelare i rider fino ad allora lasciati a se stessi. Non rimarremo impassibili rispetto a questo declino, mobiliteremo i tanti rider che manifestano sconforto per il proprio futuro lavorativo.”

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