Nesci (FdI): In Calabria il sistema delle prenotazioni vaccinali in tilt

Si abbia l’umiltà di seguire l’esempio di altre regioni virtuose

Il sistema di prenotazione per le somministrazioni di vaccini in Calabria non funziona. Quello che sostiene il Commissario della sanità calabrese, Longo, ha connotati gravissimi. Addossare la colpa agli utenti invece di puntare il dito verso il sistema informatico che è inefficace, è un atto mirato ad una deresponsabilizzazione che non giustifica e ne attenua gli errori di un apparato poco efficiente.

Certamente le responsabilità di non aver dotato la regione di un adeguato metodo digitalizzato non sono da rintracciare nella gestione Longo, ma i suoi predecessori hanno sulla coscienza mesi di sciatteria e incapacità, che hanno prodotto sperpero di risorse a discapito di servizi indispensabili per i calabresi.

Scaricare tali ‘difetti’ sui cittadini, è moralmente inaccettabile. Si guardi ai sistemi di prenotazioni delle regioni più efficienti cercando di importare un metodo fruibile e funzionale. O magari lavorando a valide soluzioni per risolvere il problema gestionale di prenotazioni. Ossia, se il sistema centrale del dipartimento regionale della salute non è aggiornato, sarebbe opportuno interloquire con le Asp territoriali, i cui data base aggiornati potrebbero rappresentare un valido supporto. Quindi mettendo a sistema i dati delle varie Asp, magari con una piattaforma di prenotazione diverso, si potrebbe evitare di creare inutili disagi ai cittadini, offrendo loro un servizio di prenotazione rapido e diretto.

Il vaccino è l’unica ancora di salvataggio e la Regione Calabria deve essere in grado di tenere il passo delle regioni virtuose, perché è inaccettabile – secondo i dati del ministero della salute – che su 323.390 dosi di vaccino consegnate, siano state somministrate dosi per un totale di 257.977 con la differenza di 65.413 dosi rimaste in giacenza nella regione. Ci sono 91 punti di somministrazione in regione e molti di questi sono fermi perché non hanno i vaccini. La teoria che bisogna avere il 30% di dosi disponibili come giacenza non regge, infatti se si analizzano i dati generali delle altre regioni, non esiste alcun caso in cui si ha questa soglia di giacenza. Qualcuno ci spiegherà dove sono andati a finire queste dosi di vaccini e perché non vengono distribuite?

La Calabria ha l’assoluta esigenza di essere efficiente nel piano di somministrazione, perché un alto tasso di immunizzazione favorirebbe una maggiore percezione di serenità e tranquillità perché la stagione estiva potrebbe dare una boccata d’ossigeno per il turismo regionale, un settore fondamentale che non può aspettare la lentezza del sistema vaccinale. La nostra regione per colpa di uno stato di digitalizzazione dei sistemi pari a zero, fattore ereditato dalla stessa parte politica che oggi punta il dito contro questa amministrazione. Mi riferisco a chi parla dimenticando che in questo ultimo anno al Governo della Nazionale c’è stato proprio il Pd, assieme al Ministro della Salute Speranza e al super Commissario Arcuri che fino a ieri è stato il dominus della gestione della pandemia. Oggi si deve evitare il rischio che la nostra terra venga scartata dalla domanda dei flussi turistici, a favore delle regioni Covid-free o addirittura, si incentivino i turisti a scegliere l’estero come meta vacanziera.

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