Roma. Lo stilista Mauro Gala intervistato da Marilena Alescio

Come ha avuto inizio la sua passione fino ad arrivare a fare carriera nel mondo della moda?

Dopo la formazione accademica ho iniziato a lavorare per il cinema in qualità di costumista, collaborando con produzioni importanti, affiancando a questa esperienza quella di disegnatore di tessuti per note aziende comasche. È in quegli anni che cominciano a chiedermi di disegnare anche abiti da donna. Una richiesta che ho assecondato quasi per gioco . È stata la moglie imprenditrice di un produttore di tessuti per cui lavoravo che mi ha spinto ad interessarmi sempre più al mondo della moda femminile che in quegli anni stava esplodendo come fenomeno di massa. Siamo alla fine degli anni 70. Non mi sono più fermato.

Quali sono le emozioni che prova quando crea un abito, quando vede che prende materialmente forma dopo averlo immaginato nella sua mente creativa?

Realizzare un abito pensare e disegnarlo mi consente di esprimere il mio modo di concepire il “bello”. Gli abiti che disegno nascono da una emozione e dal bisogno di dare a questa una identitaà e un significato. Il colore, le linee ed i materiali sono gli stimoli e al contempo gli strumenti per arrivare all’ idea che prende forma. Tale forma nel mio campo è perfetta quando si esalta attraverso l ‘accuratezza del processo artigianale.

Ha lavorato per grandi stilisti: può farci dei nomi e di chi ha il ricordo più bello? 

Nell’arco di oltre 40 anni di attività ho avuto il piacere di collaborare con la maggior parte dei grandi nomi dell’alta moda italiana accumulando esperienze fondamentali, ma mi piace ricordare tra tutti la grande eleganza nella tradizione della sartoria Andrei di Firenze e la creatività dell’ atelier Valentino.

Recentemente ha fatto parte della Giuria del Casting di X-Fashion, svoltosi a Roma lo scorso 25 Aprile: cosa cerca in una modella/modello, cosa guarda e apprezza di più?

L’indossatrice, la modella dovrebbe saper interpretare e non solo indossare un abito: deve saper comunicare a chi lo guarda il messaggio di unicità. Le modelle che prediligo sono eleganti e appassionate del loro lavoro.

Quale futuro immagina per la moda italiana e internazionale? Cosa manca o cosa bisognerebbe valorizzare di più?

Sappiamo che un certo mondo fatto di eccellenze e di artigianalità sta definitivamente scomparendo. È un mondo che per anni ha dato significato alla produzione sartoriale più esclusiva. Un certo segmento della moda ha da molto tempo scelto la produzione di massa delocalizzata che nulla ha a che fare con quella ricerca attenta della qualità delle materie prime, delle tinte e di quel mondo scomparso rappresentato dalle sarte, i tagliatori, le ricamatrici, ecc… artigiani capaci ed esperti ai quali non è stato affidato il compito di trasferire il loro sapere alle nuove leve. Credo davvero che sia un peccato disperdere le conoscenze, le tradizioni e la nostra arte.

Marilena Alescio

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