Reggio Calabria: ancora vandalismi contro le colonie feline

Lo sappiamo tutti, l’Italia del sud è un disastro per il randagismo ma ad oggi, nel mese di luglio 2021, la situazione a Reggio Calabria si è fatta davvero insostenibile per i volontari animalisti, intralciati e bistrattati continuamente dai cittadini nel loro servizio quotidiano di accudimento delle colonie feline. Molti volontari stanno pensando di mollare e c’è da capirli, le delusioni sono continue, l’avvilimento è profondo, non ce la fanno più a ricominciare da capo ogni giorno a ricostruire colonie feline vandalizzate.

La città è al collasso, anni di cattiva gestione l’hanno portata ad essere letteralmente sommersa dai rifiuti, priva di acqua potabile da decenni per le gravi infiltrazioni di acqua salmastra e spesso, come di recente, del tutto priva di acqua corrente anche nei quartieri centrali per i continui guasti alla rete idrica. La disperazione e il senso di impotenza sono aggravati dalle alte temperature che fanno letteralmente fermentare i rifiuti organici, con sacchetti che si liquefanno sotto il sole insieme al loro contenuto, flussi di percolato sui marciapiedi ed esalazioni nauseabonde ovunque. La conseguenza ovvia è il moltiplicarsi di ratti e insetti. La rabbia monta e molti cittadini avviliti per la gravissima situazione di abbandono in cui versa la città e l’assenza delle istituzioni, non trovano di meglio che sfogare la frustrazione sugli indifesi, i figli di nessuno, i gatti randagi.

Per la seconda volta in meno di un anno un incendio doloso ha colpito una colonia felina regolarmente registrata. Nella notte fra il 4 e il 5 luglio è stato appiccato il fuoco in via Lia sul terreno dove è presente una storica colonia accudita dall’Associazione Il Gattonero Onlus, come ha tristemente constatato il volontario Eric che al mattino dopo si è recato sul posto per sfamare i gatti come d’abitudine. Dopo anni di dispetti e cattiverie gratuite da parte di residenti del quartiere, che pensano di risolvere il problema del randagismo rovesciando le ciotole di cibo e distruggendo i ripari precari installati con amore e fatica anno dopo anno dai volontari, dopo le ripetute minacce e offese verbali ai volontari, colpevoli solo di portare un misero pasto a quei poveri gatti che lì cercano riparo da una vita di stenti che non hanno scelto loro, per la seconda volta qualche cittadino che si crede più furbo degli altri ha pensato bene di eliminare la montagna di rifiuti (e magari anche i gatti) appiccando il fuoco. Ma non aveva fatto i conti con le fiamme che vanno sempre dove tira il vento, per cui i rifiuti sono rimasti intatti nel loro stato di putrefazione maleodorante, mentre il fuoco, oltre a mettere fuori uso una centralina elettrica, ha bruciato l’erba e raso al suolo le casette di legno che i volontari avevano nuovamente poggiato sul terreno dopo l’incendio di agosto 2020 per offrire un riparo dal sole cocente e dalle intemperie ai poveri mici. Ormai è lotta all’ultimo respiro contro i randagi da parte di una porzione di cittadini che, evidentemente accecati dall’ignoranza e dalla cattiveria, si ostinano a considerare queste povere creature indifese come il problema numero uno della loro squallida vita.

Non le montagne di spazzatura che ricoprono i marciapiedi in tutti i quartieri, anche in pieno centro, bloccando spesso l’ingresso a condomini e fondi commerciali. Non la conseguente proliferazione di ratti e scarafaggi di dimensioni considerevoli che invadono le strade e spesso visitano abitazioni e locali pubblici, anche laddove si ponga la massima attenzione all’igiene, perché quando si favoriscono le condizioni di riproduzione di questi animali è inevitabile che si diffondano ovunque. Non lo stato di allarme sanitario, peraltro trascurato dalle istituzioni, per il rischio concreto che tali quantità di rifiuti abbandonati sotto il sole cocente da mesi facciano scoppiare un’epidemia ben peggiore del Covid-19. No, per questi cittadini poco illuminati la fonte dei loro guai sono i gatti randagi, che sono visti come la peste.

E a quanto pare in ogni quartiere i castigatori di gatti abbondano. La colonia del Cimitero di Condera è costantemente oggetto di vandalismi da parte di alcuni frequentatori abituali, che non gradiscono la presenza di un gatto a vegliare i defunti ma a quanto pare non sono disturbati dai sacchetti di rifiuti che abbondano anche lì. Chissà cosa ne pensano i cari defunti di quelle (poco) pie donne che si affrettano a rovesciare ogni santo giorno le ciotole contenenti i croccantini dei gatti, sempre posizionate con discrezione dai volontari nei punti meno in vista proprio per non intralciare i visitatori, eppure troppo visibili agli occhi di questi impietosi cristiani, che vanno a cercarle di proposito per rovesciarle, mentre non si fanno problemi ad abbandonare in giro gli incarti non biodegradabili dei fiori che con carità pelosa (è il caso di dirlo) pongono sulle tombe dei loro cari, il pacchetto di sigarette e i mozziconi appena fumati, i sacchetti in plastica e gli incarti delle merendine che i loro bimbi consumano fra una prece e l’altra. Chi lo sa.

Certo è che questa città non ha speranze di rinascere nella civiltà se non cambierà rapidamente la mentalità almeno nei più giovani, se gli amministratori continueranno a dormire un sonno profondo eludendo le proprie responsabilità nei confronti degli animali liberi, se i cittadini di Reggio non capiranno che non sono i gatti ma gli umani a seminare sporcizia in giro e diffondere malattie, che il problema del randagismo lo creano gli umani ogni volta che non sterilizzano il proprio micio di casa e lo lasciano libero di andare in giro ad accoppiarsi, riproducendosi infinite volte e creando così migliaia di altre creature infelici, che sterilizzare cani e gatti è il primo segno di civismo e amore nei confronti degli animali di famiglia o liberi.

Stefania Zoccali, volontaria per il Gattonero Onlus

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