12mila acri in fumo, zebre in fuga e denuncia per uccisione uomo
(DIRE) Roma, 2 ago. – Guai giudiziari per i reparti d’assalto di Sua maestà. Non fosse bastata la cattiva pubblicità per il rogo causato a marzo dalle esercitazioni nella savana keniana, sulle colline di Lolldaiga, con 12.000 acri andati in fumo, notizie di elefanti uccisi e la fuga di leoni e zebre imperiali, una specie a rischio estinzione, c’è scappato pure il morto.
La vittima, L.M., è stata investita mentre cercava di spegnere le fiamme. Sotto accusa ci sono i reparti ospitati a marzo presso la British Army Training Unit Kenya (Batuk), una base costata quasi cento milioni di dollari, scelta dagli ufficiali di Londra come ideale per l’addestramento in condizioni ambientali estreme.
Ora a fare causa, nel tribunale di Nyeri, è anche la vedova.
Con lei, riferisce l’emittente britannica Bbc, a chiedere risarcimenti sono un migliaio di residenti e gli ambientalisti dell’African Centre for Corrective and Preventive Action (Accpa).
Secondo testimonianze raccolte dalla stampa locale, l’incendio è stato devastante; per quattro giorni, dal 24 marzo, il fumo avrebbe coperto il cielo e anche fuggire sarebbe stato impossibile.
Il Kenya Wildlife Service, un ente pubblico, ha smentito l’uccisione di cinque elefanti e di un cucciolo. Un abitante del posto ha invece denunciato il ricovero del figlio di appena un anno, intossicato dal fumo. Da chiarire infine la fondatezza di un messaggio diffuso sui social da un militare inglese, che ha riferito dell’uccisione di un elefante.
Rispetto alle cause del rogo, l’ambasciata britannica in Kenya si è limitata a far sapere che è stata avviata “un’inchiesta interna dell’esercito” e che non è opportuno aggiungere dettagli “visto il procedimento giudiziario in corso.
(Dire) 13:56 02-08-21