Distrutto dalle fiamme un albero di ulivo di 2500 anni fa: era stato descritto nell’antichità dal filosofo e geografo Strabone

Il tronco dell’ulivo era così ampio che ci volevano dieci persone per abbracciarne la circonferenza

Per l’ottavo giorno di fila arde l’isola di Evia, seconda isola più grande della Grecia. Foreste centenarie e alberi millenari. Un olivo di 2.500 anni è partito in fumo, l’albero era così anziano che è descritto nell’antichità dal filosofo e geografo Strabone. Il vecchio albero era situato nell’uliveto di Rovia, il suo tronco era così ampio che ci volevano dieci persone per abbracciarne la circonferenza. L’albero era tutt’ora fertile e ricco di olive pronte per essere raccolte in autunno. Ma l’incendio ha distrutto tutto, sono rimaste solo ceneri. Si poteva evitare o per lo meno mitigare questa tragedia? Molte testimonianze attestano della scarsità del supporto da parte degli organi competenti, manco di forze aeree e interventi inadeguati. Data l’indifferenza statale, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” in molti casi sono gli abitanti e i contadini stessi che, muniti di estintori e di strumenti rudimentali, vanno incontro al fuoco e cercano di domare delle fiamme che possono superare i 30 metri.  Nel frattempo, il prosecutore della corte suprema ha ordinato un’investigazione sull’origine dei fuochi, dato che sono giunte delle testimonianze che indicherebbero una pianificazione centrale da parte di un’organizzazione criminale.

C.S. “Sportello dei Diritti”

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