Studente hacker modificò i voti e spiò per anni le email dei professori

Uno studente dell’ETH di Zurigo è stato condannato a diciotto mesi di carcere (sospesi) e alla terapia. Il 33enne aveva installato dei programmi in grado di registrare tutto ciò che veniva digitato sulle tastiere. Dal 2014 al 2016 ha potuto accedere ai dati e alle email di chiunque, dandosi note migliori e modificando la data di scadenza della sua tesi di Master

Giovanissimo ed abile hacker, per almeno due anni ha alterato il proprio rendimento universitario accedendo al registro del corso di laurea. Uno studente dell’ETH di Zurigo ha alterato i suoi voti e rubato soldi con l’aiuto delle sue conoscenze informatiche e di telecamere di sorveglianza da lui installate. Il Tribunale distrettuale di Zurigo in Svizzera, lo ha condannato negli scorsi giorni a 18 mesi di detenzione, sospesi per due anni, e ha ordinato una terapia. L’imputato, un tedesco di 33 anni, ha installato nei computer del Politecnico federale di Zurigo (ETH) tre cosiddetti ‘keylogger’, ossia strumenti in grado di registrare ciò che viene digitato su una tastiera. Ciò gli ha permesso di controllare tutto ciò che veniva scritto nei computer da gennaio 2014 fino all’8 febbraio 2016, giorno del suo arresto. In questo modo, è entrato in possesso di numerosi nomi utente e password ed è stato in grado di accedere ai dati e alle email di professori, impiegati e studenti dell’ETH in almeno 134 casi, secondo l’atto d’accusa. Lo studente ha così potuto modificare diversi dati. Ha ad esempio prolungato la data di scadenza della sua tesi di Master e si è dato voti migliori. Ha anche cambiato la data dell’esame di un altro studente e ha cambiato le password degli account di posta elettronica di diverse persone. Lo studente, che non aveva precedenti penali, ha pure installato telecamere di sorveglianza nelle stanze del Politecnico, puntandole in direzione dei pannelli di controllo dove vengono inseriti i codici di alcune casseforti. In questo modo, sempre secondo l’atto d’accusa, a messo le mani su 6’000 franchi, prelevati dalla cassaforte del rettore, e 22’500 franchi da altre due casseforti. L’imputato, che a quanto si è appreso sta attraversando una grave depressione, si è scusato per le sue azioni durante il dibattimento. «Non stavo bene», ha detto in aula. All’epoca aveva problemi finanziari e non riusciva a trovare una via d’uscita, ha aggiunto. Dopo l’arresto, il tedesco ha passato 32 giorni detenzione preventiva ed ha confessato gli addebiti. L’accusa e l’imputato hanno concordato una proposta di pena che la corte ha considerato «appropriata». Il 33enne è stato riconosciuto colpevole di accesso indebito a un sistema per l’elaborazione di dati, danneggiamento di dati, violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa d’immagini, furto, danneggiamento e violazione di domicilio. Il Politecnico federale di Zurigo, è considerato il più prestigioso istituto universitario politecnico della Svizzera e uno dei più importanti centri di ricerca al mondo. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è proprio caso di dire che la digitalizzazione della scuola rappresenta una partita vinta dagli studenti in tutti i sensi. Infatti, se manomettere il registro cartaceo rappresentava un’impresa più alla portata di un Arsenio Lupin che di uno studente indisciplinato, truccare il registro elettronico sembra essere un gioco da ragazzi. L’esempio dello  studente dell’ETH di Zurigo, è l’ultimo di una lunga serie che dimostra che gli studenti, “nativi digitali”, possono sfruttare le proprie competenze per migliorare il profilo scolastico o peggiorare quello di qualche compagno antipatico o secchione, anche se poi alla fine, anche per lui,  è arrivato il momento del “game over” attraverso una condanna a 18 mesi di reclusione e alla terapia per il suo recupero psichico. avviso di conclusione delle indagini.

c.s .  Giovanni D’Agata

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