I Ministri Brunetta e Giovannini al Festival della Statistica e della Demografia

Tre giornate per parlare di “RI-GENERAZIONI. Dati, storie e prospettive oltre il Covid-19”

Con i saluti istituzionali del Ministro per la semplificazione e la PA Renato Brunetta, si è aperta questa mattina a Treviso la settima edizione del Festival della Statistica e della Demografia, promosso dalla Società Italiana di Statistica (SIS), dall’Istat e dalla Società Statistica “Corrado Gini”. Come ministro vigilante dell’Istat, Brunetta ha inaugurato il Festival sottolineando “il ruolo cruciale dell’Istituto nazionale di statistica giocato durante l’emergenza sanitaria. Senza perdere un colpo nella continuità e nella qualità della produzione statistica, l’Istat ci ha permesso di seguire con precisione l’evolversi della crisi che ha coinvolto il Paese. Ha adottato tecniche sostenibili di acquisizione dei dati statistici e ha messo al servizio del Paese le proprie conoscenze, introducendo soluzioni metodologiche e innovazioni nell’utilizzo di nuove fonti. Grazie a un forte investimento sulla digitalizzazione, non si è mai fermata la produzione e la diffusione di informazioni statistiche ufficiali, fondamentali per misurare l’evoluzione dell’economia e della società”.

“Alla produzione ordinaria – ha proseguito il Ministro – si è, inoltre, affiancata la realizzazione di rilevazioni tematiche legate all’emergenza Covid-19”. “Le istituzioni, i decisori pubblici, le famiglie e le imprese hanno così potuto contare in ogni momento su una fotografia puntuale della crisi, analizzare gli effetti dell’emergenza sanitaria sull’economia e sulla società e compiere scelte informate”.

Brunetta si è poi soffermato sull’importanza del valore dei dati e “sul disvalore delle fake news” “… Insieme alla già nota pericolosità delle imposture e delle notizie false, abbiamo imparato a comprendere tutti i rischi della manipolazione e della inappropriata interpretazione dei dati e dei fatti. Il rapporto tra truth e trust, tra verità e affidabilità, è emerso in tutta la sua evidenza. Davanti all’incertezza e alla paura, la comunità nazionale ha riscoperto l’importanza della scienza e del metodo scientifico e ha sperimentato come indispensabile la necessità di rivolgersi a fonti affidabili in assenza delle competenze per controllare da sé la veridicità delle informazioni. Allo stesso tempo, però, abbiamo capito quanto sia utile lo sviluppo della cultura statistica degli adulti, che procede di pari passo con lo sviluppo del senso critico sin da bambini. A questo servono iniziative come il Festival della statistica”.

“All’Istat adesso spetta un altro compito: fornire le risposte per supportare e monitorare la ripresa, per registrare gli effetti delle riforme che ci siamo impegnati a realizzare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e, in definitiva, per costruire una nuova Italia”.

All’apertura del Festival erano presenti anche Corrado Crocetta (Presidente Sis), Elena Donazzan (Assessore Istruzione, Formazione, Lavoro Regione Veneto), Maria Rosaria Laganà (Prefetto di Treviso), Lavinia Colonna Preti (Assessore Cultura e Turismo Comune di Treviso) e Stefano Zanette (Consorzio Prosecco DOC).

Dopo l’apertura dei lavori è stata la volta di Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, intervistato da Alessandro Marenzi, vice direttore di Sky tg24.

Come misurano le statistiche gli effetti del Recovery Plan? Giovannini risponde che i dati vanno letti insieme alle prospettive. C’è bisogno di costruire un sistema informativo e anche i media sono chiamati a contribuire. Ad esempio, i primi due bandi emanati dal ministero includono premialità per le imprese che assumono donne e giovani.

Sui tempi di realizzazione dei provvedimenti Giovannini sottolinea l’importanza della collaborazione inter istituzionale, ad esempio è stato raggiunto un accordo con le 21 regioni su come spendere la prima tranche di fondi ancora prima che arrivasse dall’Europa. Bisogna quindi focalizzare l’attenzione non solo sugli elementi di potenziale ritardo ma anche su dove siamo in anticipo.

A proposito della riapertura delle scuole il Ministro auspica un sistema di monitoraggio completo. Ci sono criticità specifiche ma non sistemiche e questo è un grosso passo in avanti rispetto all’anno scorso. C’è però da rilevare la frequente contraddizione tra percezione dei cittadini e realtà, spetta alla statistica combinare questi due aspetti, come avvenne in occasione del passaggio all’euro. Proprio sul trasporto pubblico emerge una grande difficoltà ad avere i dati. Giovannini mette in evidenza che tecnicamente non esistono grossi ostacoli. Ad esempio a Torino c’è una app che mostra il tasso di riempimento sugli autobus. Il problema è dato dal fatto che il trasporto pubblico è gestito da centinaia di imprese non tutte in grado di fare il monitoraggio. Per questo nel PNRR c’è un progetto per integrare i dati sul trasporto. Inoltre va cambiato il modo di programmare il servizio, non su una porzione di territorio ma su tutti, per cui c’è bisogno di modificare la normativa.

Parlando dei giovani e della scelta dei percorsi formativi più adatti per inserirsi nel mondo del lavoro Giovannini consiglia di studiare la matematica e la statistica. Infatti, già da almeno dieci anni alcuni studi statunitensi mettevano in luce che il profilo più richiesto era quello del data scientist, la sua importanza è anche cresciuta negli anni.

Sulla transizione ecologica e sul rischio che i cittadini, anche alla luce dei prospettati ingenti aumenti delle bollette per l’energia, la considerino una roba da ricchi, il Ministro sottolinea quanto sia importante adottare una visione sistemica e far capire al Paese cosa ha un impatto congiunturale e cosa invece è strutturale. Anche in questo caso la statistica, attraverso i modelli predittivi, aiuta a guardare il futuro.

Sulle prospettive di crescita Giovannini è abbastanza fiducioso perché le aspettative influenzano i risultati. Inoltre, l’aumento del risparmio spingerà la domanda nei prossimi mesi, per questo bisogna evitare che una nuova ondata di contagi fermi le attività produttive, sostenere i settori con strozzature di offerta e mandare avanti le riforme per una crescita di lungo periodo.

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