Inquinamento. Insetti impollinatori, 9% api e farfalle a rischio estinzione

Foto di Terri Sharp da Pixabay

(DIRE) Roma, 21 Set. – L’impollinazione animale – ricorda il rapporto Ispra ‘Piante e insetti impollinatori: un’alleanza per la biodiversità’ – è la base fondamentale dell’ecologia delle specie, del funzionamento degli ecosistemi e della conservazione degli habitat e dunque della generazione di una vasta gamma di contributi essenziali per l’uomo. Senza gli impollinatori molte piante non sarebbero in grado di riprodursi, causando una riduzione della diversità della vegetazione, privando molti animali di una fonte primaria di cibo e scatenando effetti a catena nell’alimentazione. Perderemmo anche molti frutti, semi e verdure dalla nostra dieta e molti altri alimenti e materiali importanti, come oli vegetali, cotone e lino, legna da ardere e da opera. L’attuale declino degli impollinatori dipende da una serie di pressioni ambientali che spesso agiscono in sinergia: distruzione e frammentazione degli habitat, inquinamento ambientale e eccesso di pratiche agricole intensive (uso di pesticidi e distruzione degli elementi di naturalità, come stagni e filari o muretti all’interno delle aziende agricole), cambiamenti climatici, l’arrivo e la diffusione di specie aliene invasive, tra cui patogeni e parassiti, come la vespa velutina, l’ape resinosa gigante, la formica faraone e la formica argentina, e specie vegetali che alterano gli habitat o risultano tossiche per le specie impollinatrici native. La Strategia per la Biodiversità 2030 e quella ‘Farm to Fork’, lanciate nel 2020 dall’Unione Europea, contengono azioni e proposte per raggiungere entro il 2030 una serie di importanti obiettivi mirati alla salvaguardia della biodiversità, impollinatori inclusi, e a garantire l’integrità degli ecosistemi e la sicurezza alimentare. Tra questi, ridurre il consumo di suolo e quindi il degrado degli habitat nei quali gli impollinatori vivono e si nutrono, incrementare la superficie coltivata con metodi sostenibili e rispettosi dell’ambiente e della biodiversità (come l’agricoltura biologica, che dovrebbe raggiungere il 25% dei suoli europei), ridurre del 50% l’utilizzo di pesticidi nell’ambiente e favorire il mantenimento di specie vegetali selvatiche attraverso aree inerbite e incolte sia in ambito agricolo sia urbano e periurbano.

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