Acqua. In Italia 883 comuni con troppo calcare, a Roma è tra le più dure

(DIRE) Roma, 27 Set. – In Italia sono 883 i Comuni che rilevano eccessi di calcare nella propria acqua ad uso domestico. Secondo una recente classifica stilata da Nomisma per Culligan, azienda di riferimento nel settore del trattamento dell’acqua, a riscontrare la problematica della cosiddetta acqua molto dura, ci sono anche grandi città come Roma e Bologna. Leggermente migliore la situazione a Milano, Torino, Bari e Firenze che presentano un’acqua “discretamente dura”. Ma cosa significa ‘acqua dura’? La durezza indica la presenza di calcare e si misura in gradi francesi: la normativa definisce un intervallo che va dai 15 ai 50°F, sopra i 15° F un’acqua viene definita dura. A Roma, ad esempio, è a 33°, contro i 30 di Bologna e 25 di Milano. Sul podio della classifica degli 883 Comuni in cui l’acqua è molto dura, svettano San Gimignano (SI) con 76°, Fiano Romano con 65,97° e Nola (NA) con 60°. Chiunque può verificare i parametri del proprio Comune attraverso il primo aggregatore nazionale di analisi dell’acqua potabile in Italia disponibile sul sito di Culligan. Il calcare e le incrostazioni calcaree sono una delle problematiche più frequenti nelle nostre abitazioni poiché danneggiano caldaie, scaldabagni, lavatrici, lavastoviglie o ferri da stiro, ma anche rubinetterie e lavabi. Una voce non indifferente per il bilancio famigliare e che inevitabilmente può assumere un certo peso sia in termini di manutenzione e durata degli apparecchi elettrodomestici (che il calcare può danneggiare), sia in termini di dispendio energetico e di maggior consumo di prodotti detergenti. Quando gli scambiatori di calore (come le serpentine della lavatrice) si rivestono di uno strato di calcare, infatti, consumano di più. Oppure: la macchina del caffè diventa lenta o rumorosa, il ferro da stiro lascia residui e tracce biancastre sulla biancheria a causa delle incrostazioni nella caldaia interna. Inoltre, il calcare blocca le canalizzazioni e fa da isolante termico, per cui si rende necessario riscaldare di più l’acqua, con conseguenti sprechi energetici. Il tema della durezza dell’acqua merita particolare attenzione visto il forte impatto sull’efficientamento energetico, non solo delle singole abitazioni, ma anche di condomini, hotel, bar e ristoranti. Un dato racconta quanto sia consistente l’impatto: ogni millimetro di calcare che si deposita su resistenze e serpentine che scaldano l’acqua provoca un incremento di consumo energetico pari al 18% (fonte Aqua Italia). È qui che il Superbonus 110% diventa un alleato: tra gli interventi previsti dal Legislatore, infatti, contestualmente alla sostituzione di un impianto di generazione di calore, rientra l’installazione di un addolcitore di acqua, utile all’eliminazione del calcare. Un accorgimento che, tra i vari vantaggi, consentirebbe di beneficiare di notevoli risparmi in bolletta. Secondo l’Istat, infatti, una famiglia media di 3 persone spende in un anno un totale di circa 3.300 euro tra acquisto di detergenti casa e corpo (50%), bollette energetiche (5%) e costi di manutenzione straordinaria (10%). La presenza di un addolcitore assicura un risparmio economico, sempre per una famiglia media di 3 persone, che può arrivare fino a 500 euro all’anno.

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