Torino: L’offerta di acquisto era solo l’escamotage per rapinare l’acquirente

Un arresto e due denunce per rapina

Nel pomeriggio riceve il messaggio, tramite piattaforma di vendita, del suo interlocutore che si mostra interessato all’acquisto del suo monopattino ma l’appuntamento in serata si rivela un agguato. Mercoledì sera, infatti, giunge al N.U.E. la segnalazione di un cittadino che racconta di essere stato vittima del furto del proprio monopattino e di essere sulle tracce dell’autore in piazza Pitagora. Gli agenti raggiungono il richiedente in corso Siracusa angolo via Piscina, qui la vittima indica agli agenti della Squadra Volante il presunto colpevole che i poliziotti fermano.

foto di GNS

La vittima racconta agli agenti che intorno alle 20 si era incontrato con il fermato con il quale aveva appuntamento per la vendita del monopattino. L’acquirente aveva avuto sin da subito un comportamento sospetto facendo più di una telefonata mentre procedeva la contrattazione. Ad un certo punto, la vittima aveva ricevuto da una terza persona un colpo alle spalle che lo aveva fatto cadere per terra. L’aggressore a questo punto si era impossessato del monopattino dandosi alla fuga. L’acquirente in un primo momento si era mostrato interessato alle condizioni di salute del venditore ma la vittima gli ha risposto di rimanere lì poiché avrebbe chiamato la polizia. A tale affermazione l’acquirente, un diciottenne, era fuggito prima di essere poi arrestato dalla polizia per rapina in concorso.

I successivi accertamenti, condotti anche tramite i canali social, portano gli agenti sulle tracce di altri due giovani: un ventenne, l’aggressore, e un minore che aveva partecipato all’ideazione del piano. Entrambi denunciati in stato di libertà. I due vengono ritracciati in strada nei pressi dell’abitazione del ventenne. Proprio nella cantina di pertinenza dell’abitazione gli agenti recupereranno poi il monopattino rubato. Nelle messaggistiche dei telefoni sottoposti a sequestro gli agenti hanno riscontrato la presenza di diverse comunicazioni relative all’incontro con la vittima. In uno dei telefoni era installata un’applicazione in grado di inviare messaggi generando un numero virtuale. (foto di repertorio)

comunicato stampa – fonte: https://questure.poliziadistato.it/Torino/articolo/684616423171d398401322759

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