Anche Amazon nel “mirino” del Congresso USA

Jeff Bezos, al tempo CEO di Amazon, ha testimoniato a distanza davanti a una sottocommissione della Camera l’anno scorso

In una lettera inviata all’attuale amministratore delegato di Amazon, cinque membri del Congresso hanno chiesto alla società di fornire prove per corroborare la testimonianza giurata che lo stesso Bezos e altri manager hanno fornito al sottocomitato antitrust della Commissione giudiziaria della Camera nel 2019 e nel 2020. Il sottocomitato ha esaminato l’utilizzo da parte di Amazon dei dati di venditori di terze parti per verificare se la società avrebbe sfruttato tali dati per realizzare prodotti simili e avvantaggiarsi nella loro vendita.

“Vi incoraggiamo caldamente a sfruttare questa opportunità per fornire al Comitato risposte giurate, veritiere e accurate; nel contempo, consideriamo se sia appropriato un rinvio di questa questione al Dipartimento di Giustizia per le indagini penali”, hanno scritto nella lettera recensita dal Wall Street Journal”.

Un portavoce di Amazon ha affermato che la società e i suoi dirigenti non hanno fuorviato il comitato e che Amazon ha una politica interna che vieta l’uso dei dati dei singoli venditori per sviluppare propri prodotti. Ha aggiunto che indaga su eventuali violazioni compiute all’interno della società e che essa progetta la funzione di ricerca sul proprio sito per presentare i prodotti desiderati dai clienti, e non per altri fini.

La questione è come Amazon avrebbe risposto alle accuse di utilizzare i dati di venditori di terze parti sul suo sito durante la creazione di prodotti a marchio privato. I dirigenti di Amazon avrebbero ripetutamente detto ai membri del sottocomitato, in testimonianze e risposte scritte, di non utilizzare i dati dei singoli venditori di terze parti per promuovere i propri marchi. I resoconti del Journal e di altre pubblicazioni dicono invece cose differenti.

Amazon è una delle quattro società tecnologiche “osservate speciali” dalla sottocommissione antitrust della commissione giudiziaria della Camera, la quale ha stabilito che essa, così come Apple, Facebook e la società madre di Google, Alphabet, agiscono in regime di monopolio.

A Giugno, i legislatori della Camera hanno proposto una serie di leggi che limiterebbero il potere di Amazon, inclusa una che richiederebbe la separazione strutturale di Amazon e di altre grandi società tecnologiche per smantellare le loro attività. La scorsa settimana, i membri del Senato hanno annunciato una legislazione bipartisan che impedirebbe ad aziende come Amazon di favorire i propri prodotti sulle loro piattaforme. Insomma, tempi duri per Big Tech! (foto di repertorio)

Nino Mallamaci

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