Gli studenti dell’Ite Piria di Reggio Calabria incontrano Papa Francesco

Gli studenti del Piria faccia a faccia con Papa Francesco. È successo davvero. Tre giorni carichi di sentimento ed entusiasmo hanno caratterizzato l’Incontro Internazionale dei Giovani realizzato dall’Organizzazione internazionale Scholas Occurrentes e dal Ministero dell’Istruzione.

Settantuno ragazzi, tra i 16 e i 27 anni, sono stati infatti protagonisti il 23, 24, e 25 novembre scorsi di un programma educativo che ha coinvolto parte delle regioni italiane, insieme a 41 Paesi stranieri, che vanno dalla Germania al Brasile e dal Vietnam allo Zimbawe. Tra i fortunati anche 4 alunni dell’Ite Piria di Reggio Calabria, accompagnati dalla loro insegnante Grazia Condello.

I partecipanti, provenienti da contesti sociali ed economici tra i più disparati, hanno potuto raccontare il mondo che immaginano ed esprimere idee ed opinioni per poter convertire la loro prospettiva in azioni concrete, alla presenza del Ministro dell’Educazione Patrizio Bianchi e dei direttori mondiali di Scholas Josè Maria del Corral e Enrique Palmeyro. Ma soprattutto hanno incontrato Papa Francesco.

Fin dall’inizio, Papa Francesco ha sognato Scholas come la possibilità di dare una risposta concreta alla chiamata di questo tempo, conferendole il compito “di educare sull’apertura verso gli altri, per mettere insieme i pezzi di un mondo frammentato e privo di senso, per iniziare a creare una nuova cultura: la Cultura dell’Incontro”.

“Ho avuto la possibilità di parlare lingue diverse, di mettere a confronto la mia cultura e di capire che non c’è differenza tra le persone. Abbiamo tutti lo stesso linguaggio, cioè quello degli occhi.  – ha detto entusiasta Chiara Scopelliti studentessa della IV A presente all’incontro – E’ stata un’esperienza assurda. Ci siamo emozionati senza usare le parole, e grazie a queste emozioni abbiamo dipinto una maschera cercando di riportare la nostra impressione sul nostro compagno. Abbiamo, dunque, trasmesso le emozioni con dei colori.”

“Ho partecipato insieme ad altre tre ragazze in rappresentanza della nostra città e della Calabria all’Incontro internazionale della comunità di Scholas e prima classe di Papa Francesco con gli studenti della scuola politica Fratelli Tutti. – ha detto invece Francesco Marcelli della IV SIB – Ho conosciuto ragazzi di tutto il mondo con cui ho vissuto giorni ed esperienze intense. I miei compagni di stanza parlavano spagnolo e portoghese, lingue che non conosco. Ma alla fine tra gesti e tante risate siamo riusciti a comunicare e a sentirci uniti senza grandi sforzi.

Con gli educatori di Scholas, – ha aggiunto lo studente – abbiamo avuto l’opportunità di parlare dei nostri problemi. Argomento generalmente difficile da affrontare. Abbiamo sempre paura di apparire deboli. Quando la sera ci hanno comunicato che Papa Francesco sarebbe venuto a trovarci abbiamo provato una gioia immensa, commuovendoci di fronte all’emozione dei nostri compagni dell’America Latina consapevoli che la distanza rende tutto più difficile e che per loro sarebbe stato più difficile rivederlo. Nell’intervento che ha fatto il Papa, seduto accanto a noi sul palco, ha ricordato l’importanza di guardare all’altro, nelle fragilità, nella diversità, riflettendo sulla crisi migratoria e sulla grave situazione dei rifugiati al largo della costa libanese”.

“L’esperienza vissuta è stato un dono di crescita umana e professionale, – ha invece  asserito la docente accompagnatrice Grazia Condello – alla ri-scoperta di tutto ciò che ci circondava e del superamento delle negatività della vita. L’utilizzo dei diversi linguaggi, arte, teatro e musica, ci ha dato l’opportunità di creare comunità, condividendo nella diversità, sguardi, relazioni, sogni e confronti per valorizzare le potenzialità di ciascuno. Ci sono alcune parole che mi aiutano a testimoniare sinteticamente la bellezza di questo incontro, – ha concluso l’insegnante – e sono essenzialità, il superamento degli stereotipi sociali; umiltà, la semplicità di mettersi al servizio del prossimo; operosità, azioni concrete a più mani; affettività, la complessità dinamica dei vari sentimenti; e il senso, la riflessione del perché delle cose per ri-creare e ri-nascere nell’amore.”

Eva Saltalamacchia

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