Facchino si addormenta nella stiva a Mumbai: l’aereo parte e si risveglia… ad Abu Dhabi!

Di storie curiose ne abbiamo raccontato parecchie e quella di oggi si aggiunge alla nostra lista. Si sa che gli orari e i turni di lavoro per chi lavora in aeroporto sono stancanti. Gli aeroporti devono funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, difficilmente un aeroporto chiude, se non in via eccezionale. Quando il sonno è troppo che fare? Schiacciare un pisolino, al riparo da occhi indiscreti ovviamente.

Ed è quello che ha pensato un facchino dell’aeroporto di Mumbai, in India, che ha pensato bene di rannicchiarsi in un angolo della stiva dell’aereo cargo dove stava lavorando per prendersi 5 minuti di pausa, solo che quei 5 minuti sono diventate ore. A quanto pare anche i colleghi erano talmente stanchi da non accorgersi della sua scomparsa, così, finito il lavoro, hanno chiuso la stiva e fatto partire l’aereo, con il loro collega ancora dentro che dormiva, finendo inevitabilmente a destinazione, ovvero ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Non è ancora noto se si sentiva semplicemente stanco o se c’era un altro motivo per il volo libero. Un esame medico aveva almeno dimostrato che l’ uomo era fisicamente “stabile e normale”, ha detto il portavoce dell’aeroporto. Il dipendente ha quindi dovuto iniziare il suo viaggio di ritorno. Inoltre, secondo il rapporto, è stato cancellato dal roster.

L’incidente potrebbe avere ulteriori conseguenze per l’addetto ai bagagli: l’autorità per l’aviazione civile indiana e la compagnia aerea IndiGo hanno annunciato ulteriori indagini. Sarebbe stato bello vedere la sua faccia una volta resosi conto di essere rimasto chiuso dentro, anche perché una volta chiuse le porte e con l’aereo in movimento, non c’è alcun modo di mettersi in contatto con l’esterno o con la cabina di pilotaggio. Ne dà notizia lo “Sportello dei Diritti”, il cui presidente Giovanni D’Agata ricorda che non è la prima volta che un addetto al carico di una compagnia aerea è rimasto bloccato nella stiva durante un volo. Negli Stati Uniti infatti qualche anno fa un uomo era rimasto intrappolato nella stiva di un aereo di linea di Alaska Airlines. I passeggeri del volo hanno infatti sentito battere sotto i loro piedi, seguiti da urla disperate di un uomo che evidentemente era nella stiva. Una tragedia sfiorata quindi, per fortuna: all’allarme i piloti hanno fatto dietro front e sono tornati in aeroporto dopo 14 minuti dal decollo, per permettere il soccorso del malcapitato. L’associazione cita Bill Waldock, professore di scienze della sicurezza alla Embry-Riddle Aeronautical University di Prescott, in Arizona, il quale ha detto che restare intrappolato in una stiva è probabilmente “piuttosto claustrofobico”, ma nel complesso non è rischioso come sembra, dato che l’area è pressurizzata e la temperatura controllata da borse e pacchi, e inoltre molte compagnie aeree trasportano animali nella stiva.

“Soprattutto se viaggiano con animali vivi, lo manterranno in media tra 30 e 40 gradi”, ha detto. Waldock ricorda che sono più di una dozzina gli incidenti pubblicizzati di lavoratori delle compagnie aeree rimasti intrappolati nella stiva nel corso degli anni, di solito perché qualcuno si è addormentato. “La gestione dei bagagli, è un lavoro stancante, con lunghi turni di lavoro e sollevamento pesi. Ogni tanto cercano di fare un sonnellino perché sono così stanchi. Se però evitassero di ubriacarsi, sicuramente correrebbero meno rischi. ”

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