Operatori giudiziari: dopo anni di servizio e formazione siamo ancora precari

Speriamo  che questo 2022 inizi nel verso giusto per gli oltre mille operatori giudiziari di tutta Italia. L’augurio è che il Governo Draghi, tramite il suo Ministero competente, quello della Giustizia,  si “ricordi” e decida di dar loro la meritata certezza relativa al futuro lavorativo.

Eh sì, perchè queste persone, dopo una formazione pluriennale, pagata con i fondi pubblici, e dopo il superamento di selezioni e concorsi sono ancora precari. Si tratta di lavoratori che fanno parte a tutti gli effetti della macchina della pubblica amministrazione operando in ambito giudiziario.  Spesso prestano il loro servizio nelle cancellerie di tribunali e procure dove svolgono svariate mansioni: dare informazioni al pubblico, classificare fascicoli processuali,  attività di sorveglianza e segreteria o custodia al coordinamento dei rapporti tra avvocati e cancellerie.  Senza di loro buona parte del lavoro in questi uffici si arenerebbe o avrebbe ritardi incolmabili.

di Free-Photos da Pixabay

Nel 2019 è stato bandito un concorso tramite il quale si offriva l’assunzione di 616 operatori giudiziari con contratto a tempo pieno e indeterminato in tutta Italia ovviamente non sufficiente all’assunzione di tutto il personale formato negli anni e già utilizzato dalla cancellerie. Successivamente nel 2020 altra  procedura concorsuale per mille operatori giudiziari ma in questo circostanza i contratti erano a tempo: 24 mesi per i vincitori, 12 mesi per i 1.080 idonei, nonostante quest’ultimi abbiano superato tre concorsi. Nessuna certezza del lavoro! E’ questa la sensazione che allarma  gli operatori giudiziari precari di tutta Italia, che si sono riuniti dando vita a OPG, un gruppo di coordinamento delle Regioni.

E’ un controsenso che il Ministero della Giustizia non provveda all’assunzione del personale già formato negli anni! E’ la logica che suggerisce questa conclusione, alla quale dovrebbe arrivare  anche chi di dovere per non perdere quanto fatto fino al momento in termini di formazione lavoro e coordinamento nell’abito di un settore come quello della giustizia che è spesso in apnea.

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