Burundi. Progressi su diritti, UE revoca sanzioni imposte nel 2016

Riprende cooperazione, secondo alcune ONG continua repressione

(DIRE) Roma, 9 Feb. – L’Unione Europea ha rimosso le sanzioni imposte nel 2016 al Burundi a fronte dei “progressi” fatti da Gitega in termini di “diritti umani, buona governance e stato di diritto”. A renderlo noto è stato il Consiglio d’Europa. La decisione dell’organismo di base a Bruxelles, giunta ieri, implica la fine della sospensione dei finanziamenti diretti alle istituzioni burundesi e il ripristino della cooperazione con l’amministrazione del Paese africano.
L’Ue aveva interrotto gli aiuti al Burundi alla luce delle violazioni dei diritti umani e della repressione denunciati nel 2015 durante la crisi politica scoppiata a seguito di un fallito colpo di Stato ai danni dell’allora presidente Pierre Nkurunziza, deceduto nel 2020. Secondo il Consiglio negli ultimi due anni, sotto la presidenza di Evariste Ndayishimiye, dirigente del partito di Nkurunziza che guida il Paese dal 2005, il Conseil national pour la défense de la démocratie-Forces de défense de la démocratie (Cndd-Fdd), il Burundi ha intrapreso un “processo politico pacifico”, facendo registrare progressi in diversi ambiti e impegnandosi in una road map per portare avanti ulteriori miglioramenti. Resterebbero comunque dei passi da fare, sempre pe quanto riguarda diritti umani, governance, stato di diritto e anche riconciliazione nazionale. In un report pubblicato poche ore prima dell’annuncio del Consiglio Ue l’ong internazionale Human Rights Watch (Hrw) ha denunciato che centinaia di attivisti e oppositori sarebbero stati uccisi nel Paese negli ultimi due anni. Nel documento si rilanciano le denunce di ong locali e si cita un rapporto di una commissione d’inchiesta sul Burundi delle Nazioni Unite pubblicata lo scorso settembre nella quale si afferma che “il nuovo governo non ha intrapreso alcuna riforma strutturale per migliorare in modo duraturo la situazione”. (Bri/ Dire) 11:23 09-02-22

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