Ucraina. Treu: conservare lavoro a residenti richiamati in patria

(DIRE) Roma, 1 Apr. – “L’Italia è il principale Paese di destinazione dell’emigrazione ucraina in Europa, con 235mila residenti regolari. In seguito allo scoppio della guerra, molti di essi hanno dovuto lasciare il posto di lavoro perché richiamati alle armi o trattenuti in patria. Per questo motivo, è necessario garantire loro la conservazione del posto di lavoro ed esorta il governo italiano a concertare con i partner dell’Ue un piano di accoglienza dei rifugiati secondo criteri di equa ripartizione, superando i vincoli delle convenzioni di Dublino”. Ad affermarlo è il presidente del CNEL Tiziano Treu, commentando un ordine del giorno approvato all’unanimità dall’Assemblea del CNEL su proposta dell’ONC, l’Organismo Nazionale di Coordinamento delle politiche di integrazione degli stranieri istituito presso il CNEL.

L’assemblea ha, inoltre, discusso e approvato tutti i punti all’OdG. Tra questi: un parere del Comitato CNEL per l’esame degli Atti dell’Unione Europea sulla “Strategia europea per le università” che prevede l’introduzione, per gli Stati membri, della flessibilità nei propri sistemi per adeguarli ai cambiamenti e alle necessità di una maggiore mobilità intraeuropea di discenti e docenti, con lo scopo di arrivare al rilascio di un diploma europeo congiunto conseguibile e spendibile ovunque nella UE, e la necessità di aumentare il numero dei campus virtuali delle università europee superando i vincoli normativi che ne ostacolano il funzionamento.

Il parere prevede anche di dotare di uno stato giuridico le alleanze tra università europee per ampliare la loro capacità di azione e di facilitare la mobilità studentesca attraverso la Carta Europea dello studente (European Student Identifier). “Dobbiamo sostenere con ogni mezzo il sistema di istruzione universitaria per consentirgli di adattarsi alle sfide attuali, di prosperare e di contribuire alla resilienza e alla ripresa dell’Europa – sottolinea Gian Paolo Gualaccini, consigliere CNEL e coordinatore del Comitato – Incentivare la cooperazione transnazionale all’interno del sistema universitario comunitario significa anche costruire il senso di appartenenza alla comunità europea.

Pertanto, viene riconosciuta grande importanza a programmi quali Erasmus+ e Horizon 2020 nell’ambito della ricerca, proprio perché garantiscono un interscambio e una maggiore mobilità intraeuropea di studenti e docenti. La Strategia deve anche vigilare affinché sia sempre tutelata la libertà di ricerca e di insegnamento come valore fondamentale e principio guida dell’istruzione terziaria”. (Rai/ Dire) 09:51 01-04-22

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