Violenza donne. Istat: nel 2020 cresce offerta CAV e case rifugio

(DIRE) Roma, 13 Mag. – Nel 2020 è cresciuta l’offerta di servizi sia dei Centri antiviolenza (CAV) sia delle Case rifugio per le donne maltrattate. In particolare sono state aperte 12 nuove Case e 11 Centri antiviolenza. Persistono, tuttavia, forti differenze territoriali: al Nord si concentra la quota maggiore di Case rifugio (70,2%, 257 in valore assoluto) e il 41,7% dei Centri antiviolenza (146). Lo rileva l’Istat nel rapporto sul Sistema di protezione per le donne vittime di violenza – Principali risultati delle indagini condotte sulle Case rifugio per le donne maltrattate e sui Centri antiviolenza Anni 2020 e 2021. È elevata la specializzazione dei gestori e promotori di Case rifugio e Centri antiviolenza sul tema della violenza di genere, di cui si occupano da molti anni; la gestione del CAV da parte di chi li conduce è stabile nel tempo; le operatrici sono altamente formate.

Le Case rifugio sia i Centri antiviolenza sono raggiungibili h24 nella gran parte dei casi: l’85,5% delle Case rifugio (87,5% nel 2019) e il 71,9% dei Centri antiviolenza (come nel 2019). La maggioranza delle Case (83,5%) e tutti i Centri hanno almeno un locale idoneo a garantire lo svolgimento delle attività nel rispetto della privacy delle utenti. Le misure per garantire la sicurezza delle donne ospiti caratterizzano la natura delle Case rifugio: l’88,0% è a indirizzo segreto e molte di queste prevedono altri sistemi di sicurezza per proteggere le donne ospiti rispetto agli autori della violenza. L’81,8% delle Case rifugio e il 92% dei CAV ricevono fondi pubblici per la conduzione delle proprie attività. In particolare, il 59,1% delle Case e il 42,2% dei CAV utilizzano esclusivamente fondi pubblici, ma molte operatrici dei CAV operano come volontarie. (Vid/ Dire) 12:02 13-05-22

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1