PNRR. Salvini: E’ ormai fuori mercato e va rivisto

(DIRE) Roma, 26 Mag. – “L’Italia ha tutti i presupposti per tornare a correre”. Lo ha dichiarato il segretario della Lega Matteo Salvini, oggi a Roma in un incontro a porte chiuse organizzato da Consenso Europa, società di relazioni istituzionali, con la collaborazione dello studio legale Tonucci & Partners. Il segretario ha tracciato la “Lega-economics”, parlando davanti ad una importante platea di imprenditori, manager e protagonisti del mondo economico italiano e con la partecipazione del sottosegretario all’Economia Federico Freni, in un confronto che ha posto l’attenzione sul PNRR, semplificazione amministrativa e burocrazia, infrastrutture, energia, innovazione e investimenti per la crescita del paese. “Semplificazione normativa, velocità nell’esecuzione, stabilità della norma nel tempo dal punto di vista fiscale, tributario e penale e poi detassazione sul costo del lavoro, una forma di pace fiscale che azzera il magazzino di Equitalia che ormai è arrivato a 1100 mld di arretrati” – ha continuato il segretario della Lega, che immagina “un paese più dinamico e veloce che investa in nuove tecnologie.

Un paese più stabile, più innovativo, più solido. Calcolando che, in tempi di guerra, il costo dell’energia va affrontato recuperando il tempo perso, investendo sul nucleare, sulle rinnovabili, sul gas e anche sulle materie prime”. Rispondendo ai numerosi interventi degli interlocutori intorno al tavolo, il leader della Lega ha posto l’accento anche sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, affermando che “il PNRR è ormai fuori mercato e va rivisto. Con i costi energetici e delle materie prime che ci sono adesso, finita la pandemia e con una guerra in corso che spero duri il meno possibile anche per interesse dell’Italia, vanno riaggiornati alcuni numeri e dati e alcuni settori di investimento”. “C’è il terrore della firma nella pubblica amministrazione che blocca e rallenta tutto”, ha risposto ancora Salvini, soffermandosi sui tempi della burocrazia spesso troppo lunghi rispetto alle esigenze delle imprese. “Molti burocrati che hanno responsabilità di firma, dopo la legge Bassanini non firmano perché hanno paura del danno erariale. Chiediamo alla Corte dei Conti di dare eventuali pareri negativi a monte e non a valle, a fine processo, liberando così coscienze, energie, appalti e risorse. In questo momento – ha concluso il leader leghista – ci sono alcune decine di miliardi di euro con progetti esecutivi già definiti ma fermi, perché manca l’approvazione”. (Rai/ Dire) 15:59 26-05-22

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