NATO. Islanda, il Comandante: F35 è occhio che vede tutto

Primi di Luglio termina operazione Northern Lightning III

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(DIRE) Keflavik, 27 Giu. – “Inizierà i primi di Luglio la fase di ‘ripiegamento’ e l’8 Luglio sarà il giorno del Redeployment.

Torneranno in Patria gli uomini e le donne dell’Aeronautica Militare che da Aprile scorso si trovano in Islanda, nella base NATO di Keflavik che è anche l’aeroporto principale del Paese, per assicurare la difesa aerea dei cieli dal momento che il Paese non dispone di adeguate forze armate per questo target previsto dall’Alleanza atlantica”. È il pilota e Comandante attuale dell’operazione della Task Force Air, alle dipendenze del COVI (Comando Operativo di Vertice Interforze), Col. Gianmarco Di Loreto, a tracciare un bilancio di questa missione di Air Policing incontrando la stampa a pochi giorni dalla conclusione.

È la terza volta che l’Aeronautica Militare torna ad assicurare la ‘sicurezza dei cieli’ islandesi con gli F-35″ (la prima volta nel 2019, la seconda in piena pandemia nel 2020 e la terza ora), ha ricordato. Ed è proprio con questi 4 velivoli del 32° Stormo di Amendola che l’attività della Forza Azzurra interviene con una performance di difesa aerea d’avanguardia internazionale.

F-35, IL SALTO DELLA TECNOLOGIA CHE CAMBIA LA DIFESA DEL CIELO – “E’ un occhio che vede tutto e distribuisce informazioni in tempo reale”, ha spiegato il Comandante sottolineando quali siano gli aspetti tecnologici che rendono gli F-35 velivoli di 5^ generazione, capaci di performance inimmaginabili per altri aerei caccia utilizzati per intercettare minacce nei cieli. Bassissima osservabilità radar e segnatura termica, integrazione completa dei sistemi di comunicazione e una rete automatizzata consentono a questo ‘nuovo re dei cieli’ di essere un velivolo omniruolo: “Può fare diverse cose contemporaneamente”, ha chiarito Di Loreto, senza per questo dover scendere a terra o essere riconvertito. Ed è la “tecnologia di data fusion” a consentire una ricezione in tempo reale e distribuzione di informazioni.

“Una completa integrazione tutta digitale del velivolo non intercettabile che consente allo stesso pilota- ha chiarito il Comandante- di scrivere, leggere, scambiare informazioni e codici ‘classificati’ in tempo reale. È un aereo disegnato per essere estremamente facile da pilotare e consentire al pilota di avere risorse per gestire le missioni in tutto lo scenario”. Il tutto avviene anche attraverso “il casco che è un elemento fondamentale del velivolo: è virtuale, adattato agli occhi del pilota e dà la necessaria consapevolezza sensoriale abilitante”.

Appare imponente fuori dall’hangar l’F-35 che si prepara al decollo, protetto da una bolla di sicurezza che non può essere valicata ed è presidiata da personale militare armato: 7 metri o 20 piedi per preservare la tecnologia. In questa operazione il velivolo ha raggiunto il 99.2% di mission capability. L’F-35 ha un software che si aggiorna esattamente come quelli di un android e le connessioni sono realizzate con la fibra ottica, espressione di elevata tecnologia.

E’ Uedem in Germania il vertice della catena di comando e controllo a cui gli aerei caccia che si levano in volo per intercettare potenziali minacce devono far riferimento. Parliamo del cosiddetto “Scramble”, quell'”ordine di decollo immediato che segue a un determinato scalamento della prontezza”, ha specificato sempre il Colonnello puntualizzando che in questi 60 giorni “ci sono stati scramble addestrativi. Avere gli F-35 è un messaggio efficace di deterrenza”, ha rimarcato.

LA GUERRA IN UCRAINA E IL FIANCO NORD DELLA NATO – Non è cambiato nulla sui cieli islandesi dall’inizio della guerra in Ucraina: “Il livello di allerta è lo stesso, noi siamo in allerta sempre”, ha ribadito Di Loreto specificando che sul fianco nord dell’Alleanza quello che si fa è mantenere sempre una “peace time posture” volta a “prevenire la violazione” dello spazio sovrano dei cieli d’Islanda, che conta milioni di km quadrati.

I PILOTI – Al ritorno da questa missione che ha visto effettuate in 60 giorni circa 450 ore di volo “i piloti torneranno pronti per tutto, per ogni tipologia di missione- ha chiarito il Colonnello Di Loreto- perchè si fa ‘training while operating’; gli addestramenti- ha aggiunto – sono stati condotti anche con gli F-35B (a decollo corto ed atterraggio verticale) e con altri assetti rischierati, islandesi e della NATO”.

Quello che si respira sulle piste di Keflavik, mentre il vento soffia forte sui fiori viola e si porta via in un attimo il rombo del decollo degli F-35 è quel “salto culturale, epocale e dottrinale- come lo definisce il pilota Comandante- che la tecnologia dell’F-35 porta su tutto, contribuendo anche a una flessibilità mentale” dei piloti e dell’organizzazione stessa della leadership: è un altro modo di volare il cielo. (Sim/ Dire) 08:40 27-06-22

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