Per capire costa sta accadendo al Governo Draghi, soprannominato dei Migliori”, occorre fare una breve ma indispensabile ricostruzione della sua “esistenza politica”. Si può dividere l’azione del Governo di larghe intese in due fasi.
Quella relativa alla pandemia da covid-19, gestita egregiamente con l’organizzazione della fase vaccinale e la successiva riapertura delle attività commerciali e sociali. Senza eccessivi personalismi il premier non ha fatto assolutamente rimpiangere agli italiani gli appuntamenti serali Facebook del suo predecessore.
Ma ancor meglio in questa fase è stata l’azione del Governo Draghi nella realizzazione dei punti per ricevere i fondi europei del PNRR. Senza Mario Draghi al Viminale non ci saremmo mai riusciti questo, se si ha un minimo di oggettività, bisogna ammetterlo.
Economia e finanza sono il pane quotidiano di uno dei professionisti più importanti al mondo in questi settori. Ha saputo gestire le beghe con i vertici dell’Unione Europea, di cui anni fa faceva parte. Ha saputo districarsi nella ragnatela della burocrazia di Bruxelles ed ha fatto così in modo che l’Italia centrasse (sino adesso) quasi tutti i punti del PNRR.
La seconda fase del suo mandato è invece quella che ne ha causato il calo di popolarità oltre che la maggior parte dei problemi politici. La posizione dell’Italia nel conflitto che si sta combattendo in Ucraina è sicuramente la fonte primaria dei suoi “guai”. Sia chiaro, non perchè l’Italia appoggi l’invasione russa, anzi il Nostro Paese è giustamente schierato con chi difende le posizioni di Kiev, ma è il modo con cui ha deciso di farlo. Invio delle armi, e successiva adesione al programma di distacco programmato dal gas russo, a cui eravamo e siamo ancora troppo legati, ha avuto serie ripercussioni sulla vita industriale del paese oltre che su quella di tutti i giorni. Ed i tempi duri sono dietro l’angolo, (Autunno ed Inverno per capirsi) se si vuol seguire un strada tracciata da altri.
L’Italia, pur rimanendo decisamente, sulla stessa via degli alleati e sull’appoggio da fornire alla NATO, senza sconvolgere i dettami costituzionali, dovrebbe ritagliarsi e rivendicare una posizione particolare. L’Italia non può inginocchiarsi ai dettami di Washington, che gestisce una realtà difficile ma per motivi completamente diversi dall’altra parte dell’Oceano.
Gli USA, governati da un Presidente, per essere buoni, alle volte poco presente a se stesso, sono in crisi economica e sociale come mai nella loro storia. Ma non può essere l’Europa e l’Italia in primis a pagare il prezzo economico per loro. Forse la presenza di un vero ed esperto Ministro degli Esteri in questa fase avrebbe aiutato o potrebbe aiutare in futuro.
Il fatto che la crisi di governo sia stata propiziata per puri fini di accattonaggio elettorale e “contro” un DL aiuti la dice tutta sulla responsabilità che quella forza di governo, ormai quasi del tutto estinta, ha nel tenere presente i problemi attuali del Paese. Peggio di loro i compagni di viaggio quelli del Conte Bis, che in giorni tribolati dall’aumento dell’inflazione e dell’energia pensavano a spendersi per far approvare la cannabis libera e lo ius scolae, bandierine ideologiche da poter esporre al loro elettorato ormai disaffezionato.
Bene ha fatto Draghi a presentarsi al Quirinale che come da copione ha rimandato tutto alla verifica in Parlamento. Draghi se non ci fosse stata la guerra in Ucraina forse sarebbe già seduto su quella sedia e forse questo oggi gli pesa più di ogni altra cosa. Tornare alle urne o no spetta a lui deciderlo. Il Paese al netto delle influenze esterne è comunque pronto.
Ma rimanere Primo Ministro e gestire la situazione senza l’appoggio di quello che rimane del M5S è una delle soluzioni verso cui l’emiciclo preme. Ricordiamo anche che la “voglia di responsabilità” di un Governo Draghi bis passa dal fatto che molti di loro non verranno più eletti, dato il pesante taglio del numero dei parlamentari nella prossima legislatura.
La decisione di Mario Draghi sicuramente influenzerà la vita degli italiani ed i libri di storia ed il ricordo che si avrà di lui, premier non eletto, chiamato a “salvare” l’Italia…
Fabrizio Pace