La Cassazione: danno emergente le spese stragiudiziali al legale anche se la parte può svolgere da sé le attività

Il costo per le prestazioni offerte dal professionista, se allegato e provato, deve essere risarcito ex articolo 1223 Cc: conta l’opera dell’avvocato per prevenire la causa e assicurarne un esito favorevole

Costituiscono un danno emergente che va risarcito le spese stragiudiziali sostenute dalla vittima dell’incidente stradale per l’opera svolta in suo favore dall’avvocato. E ciò anche se le attività messe in campo possono anche essere svolte dalla parte in prima persona. Il costo per la prestazione del legale, diretta sia a prevenire la causa sia ad assicurarne un esito favorevole, deve essere risarcito ai sensi dell’articolo 1223 Cc, a condizione che sia allegato e provato.

È quanto emerge da una sentenza pubblicata il 7 Settembre 2022 dalla terza sezione civile della Cassazione. Sono accolti due dei motivi del ricorso proposto dalla danneggiata nel sinistro stradale, che dal giudice di pace ottiene altri 1.800 euro di risarcimento, una somma pari all’importo ricevuto dall’assicurazione prima della causa. Sbaglia il tribunale, come giudice di secondo grado, a bocciare il gravame per il mancato rimborso delle spese stragiudiziali sul rilievo che alcune attività risulterebbero non provate e altre inutili.

Il tutto sulla base di un duplice, errato rilievo: da una parte l’assistenza legale sarebbe superflua perché si tratterebbe di attività stragiudiziale che la danneggiata potrebbe «fare da sola»; dall’altra il fatto che la transazione non vada a buon fine finirebbe per assorbire in senso retroattivo l’attività stragiudiziale nelle spese liquidate dal giudice.

Per i giudici di legittimità, infatti, di cui ha scritto il sito  Cassazione.net, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Il punto è che la procedura stragiudiziale risulta imposta nella specie dal codice delle assicurazioni private: esistono norme specifiche sull’attività stragiudiziale, che è inserita come presupposto che legittima l’azione in giudizio; risulta logico, insomma, che l’attività sia svolta almeno sotto la supervisione di un legale: pensiamo ad esempio alla trattativa che scaturisce dall’accertamento del perito.

Costituisce, infine, una non corretta applicazione dell’articolo 1223 Cc l’attrazione rigorosa e retroattiva delle spese stragiudiziali in quelle giudiziali in base alla «stretta connessione e complementarità»: il giudice, fra l’altro, potrebbe ravvisare ragioni di compensazione anche diverse dalla compensazione reciproca/parziale. Si finirebbe quasi per annullare l’attività svolta ante causa dall’avvocato.”

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