Terremoto. Rapporto Corte Conti: la ricostruzione avanza, ora serve codice nazionale

(DIRE) Roma, 6 Ott. – Un quadro normativo unitario per la gestione delle ricostruzioni dopo le catastrofi naturali, accompagnato da procedure operative che consentano in primo luogo di valutare la dimensione del danno per programmare l’impegno finanziario e assicurare un’adeguata gestione, in termini di personale e di organizzazione, di questi processi. A conclusione dei controlli sulle attività del commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016 in Centro Italia, la sezione di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, dando atto dell’accelerazione e delle semplificazioni attuate negli ultimi due anni, ha auspicato una riforma generale delle ricostruzioni con l’adozione del ‘codice unico nazionale’.

“Si ribadisce la necessità di prestare maggiore attenzione allo studio e alla regolamentazione dell’organizzazione della fase successiva all’emergenza, predisponendo modelli organizzativi e procedurali idonei ad avviare in tempi ristretti la ricostruzione”, si legge nella relazione della consigliera Carmela Mirabella sugli ‘Esiti dell’attività di controllo svolta nell’anno 2021 e le misure consequenziali adottate dalle amministrazioni’, pubblicata oggi sul sito internet della magistratura contabile. La relazione sugli esiti dei controlli sulle attività del commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016 in Centro Italia sottolinea l’importanza della valutazione iniziale del danno da sisma, puntualmente eseguita dalla struttura commissariale nel corso del 2021, l’esigenza di un miglior coordinamento delle attività di ricostruzione con quelle legate alla fase emergenziale e dell’assistenza, raggiunto con un apposito protocollo con la protezione civile, e l’opportunità di valutare un mandato più ampio per il commissario straordinario. Occorre, si legge nella relazione, “una riflessione sull’opportunità di mantenere l’operatività della struttura commissariale secondo la prassi delle proroghe annualmente disposte.

La definitiva stima dei danni”, ora attestata a 27,2 miliardi di euro, “e il completamento della programmazione dei lavori pubblici, rendono piuttosto possibile una previsione di più ampio respiro, che tenga nella giusta considerazione le ordinanze in deroga e la straordinarietà delle procedure attivate”.  Quanto al codice delle ricostruzioni, sottolinea la Corte, “potrebbe rivelarsi utile il testo unico sulla ricostruzione privata” in corso di adozione e che “attraverso una razionalizzazione della disciplina esistente potrebbe dare certezza, leggibilità e stabilità al quadro regolatorio delle ricostruzioni per i prossimi anni. “Ringrazio la Corte per l’attività di controllo svolta e per le osservazioni formulate – ha commentato il commissario straordinario Giovanni Legnini -. La valutazione del danno, che non era stata fatta e che abbiamo condotto edificio per edificio, pubblico, privato o di culto, è essenziale per la programmazione economica e per definire un assetto organizzativo adeguato delle strutture che devono gestire questi processi”. (Gia/Dire) 18:09 06-10-22

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