Ucraina. Coldiretti: stop corridoi spinge prezzi grano

(DIRE) Roma, 29 Ott. – “Con l’Ucraina che rappresenta da sola il 10% degli scambi mondiali di grano la chiusura dei corridoi di pace per l’export favorisce la speculazione e spinge i prezzi dei cereali”. E’ quanto afferma in una nota la Coldiretti dopo l’annuncio della Russia sulla sospensione dei corridoi di grano sul mar nero. “Il blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero rischia di alimentare l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che- spiega la Coldiretti- si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati ‘future’ uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori”.

“In questo scenario- rileva Coldiretti- il rischio carestia riguarda in particolare quei 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione e risentono quindi in maniera devastante dall’aumento dei prezzi dei cereali causato dalla guerra. L’indebolimento della produzione agricola ucraina e la paralisi dei porti del Mar Nero sottraggono un bacino cruciale per l’approvvigionamento alimentare di vaste aree del pianeta. Russia e Ucraina rappresentano, sommate, poco più del 30% delle esportazioni di cereali, oltre il 16% di quelle di mais e oltre il 75% di quelle di olio di semi di girasole, secondo un’analisi del Centro Studi Divulga”. “Un’emergenza mondiale che- conclude la Coldiretti- riguarda direttamente anche l’Italia, un Paese deficitario ed importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti, il 35% del grano duro per la pasta e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame”. (Com/Mco/ Dire) 18:11 29-10-22

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