Migranti. Ocean Viking verso Francia, monito UE su diritto asilo

(DIRE) Roma, 8 Nov. – La Ocean Viking fa rotta verso la Francia denunciando il “silenzio” dell’Italia, mentre l’Ue ribadisce i doveri degli Stati membri rispetto alla possibilità di presentare domande di asilo, che va garantita.
Ad annunciare che la nave punterà a nord, in Corsica, dove potrebbe arrivare giovedì, nonostante altre informazioni indichino Marsiglia come punto di approdo, è stata l’ong Sos Mediterranee. In una nota gli attivisti-soccorritori denunciano anzitutto l'”eccezionalità” e la gravità della situazione. “Oggi è il diciottesimo giorno trascorso a bordo da molte delle 234 persone salvate dalla Ocean Viking” si legge nel messaggio.
“Queste persone stavano attraversando il Mediterraneo su imbarcazioni precarie e stracolme e negli ultimi giorni, in particolare nelle ultime ore, il nostro team ha osservato un drastico peggioramento della salute fisica e mentale delle donne, dei bambini e degli uomini bloccati sul ponte della nostra nave, senza una soluzione per il loro sbarco”.
Sos Mediterranee denuncia la “violazione” in Sicilia delle “leggi marittime e umanitarie”, con l’attuazione di “operazioni di sbarco selettive e discriminatorie”. La premessa è che “tutti i naufraghi salvati in mare sono persone vulnerabili”.

Gli attivisti-soccorritori non rivolgono accuse solo all’Italia. “Questa soluzione estrema”, si denuncia nella nota, “è il risultato di un fallimento gravissimo e drammatico di tutti gli Stati membri dell’Ue e degli Stati associati, che non sono stati in grado di indicare un Porto sicuro alla nostra nave”.
Ancora Sos Mediterranee: “Chiediamo che il Centro di coordinamento per la ricerca e il soccorso in mare francese trovi una soluzione immediata per i naufraghi a bordo della Ocean Viking”.
Dopo l’ordine di lasciare le acque territoriali italiane con le persone rimaste a bordo emesso nei confronti delle navi Humanity 1 e Geo Barents, è arrivato il monito di Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea per gli affari interni.
Secondo la responsabile, “i cittadini di Paesi terzi presenti nel territorio di un Paese membro, incluse le acque territoriali, possono fare domanda d’asilo e in questo caso gli Stati membri sono tenuti a offrire un accesso effettivo alle procedure d’asilo”.
(Vig/Dire) 17:37 08-11-22

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