Cambogia. Con gli alunni dopo le alluvioni: bici e corsi di nuoto

(DIRE) Roma, 17 Nov. – “In Cambogia sogniamo benessere e sviluppo per tutti e sappiamo che questo si ottiene permettendo ai giovani di studiare. Per questo lavoriamo nelle scuole offrendo non solo penne e quaderni ma anche corsi di nuoto e biciclette. Affinché nessun bambino anneghi più durante le alluvioni oppure debba lasciare la scuola perché non sa come arrivarci”. Parla con l’agenzia Dire Chey Rattana, responsabile tecnico di Helpcode in Cambogia, ong italiana che dal 1988 in tanti Paesi si impegna per garantire i diritti dei bambini. Nel Paese del sud-est asiatico è presente dal 2006 e di recente ha attivato dei programmi di sostegno allo studio e igienico-sanitari in 32 scuole nella periferia della capitale Phnom Penh, nelle provincie costiere di Preah Sihanouk e Kampot e sulle isole di Koh Rong eKoh Rong Sanloem, per un totale di 6mila minori raggiunti. Interventi che puntano a combattere gli effetti delle crisi globali che nei Paesi fragili si fanno sentire di più: prima tra tutte quella dei cambiamenti climatici, con piogge abbondanti e alluvioni che compromettono i raccolti, fonte decisiva di reddito per le famiglie. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) riferisce che da maggio nelle alluvioni 15 persone hanno perso la vita, quasi 5mila hanno dovuto lasciare le proprie case e 280 scuole sono state danneggiate. “Per venire a scuola- racconta il responsabile di Helpcode- soprattutto nelle zone rurali, gli studenti vengono a piedi e attraversano anche fiumi e corsi d’acqua. Se le piogge li ingrossano, c’è il rischio che anneghino. Per questo offriamo corsi di nuoto a bambini anche molto piccoli, in modo che sappiano come cavarsela”. E date loro anche abiti asciutti? “Non serve- risponde Rattana- perché li portano con sé in buste di plastica chiuse negli zainetti”.

La voglia di studiare quindi è più forte delle avversità,- qui l’11% della popolazione ha meno di 5 anni – ma oltre all’acqua un’altra minaccia “è la povertà” spiega Rattana, che “con la pandemia di Covid e la guerra russo-ucraina è peggiorata”. L’inflazione, già alta nel Paese, ha risentito della volatilità dei mercati e dell’aumento del costo dell’energia e dei fertilizzanti. E così accade che “quando entrambi i genitori devono lavorare, i figli maggiori devono restare a casa per badare ai più piccoli. Se i soldi non bastano, rischiano di dover lavorare” e anche questo alimenta l’abbandono scolastico. Secondo il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), in Cambogia il fenomeno riguarda il 19% dei minori. Anche la distanza da scuola spinge molti genitori a tenere i figli a casa, soprattutto bambine e ragazze: “ecco perché abbiamo distribuito oltre 600 biciclette” continua il cooperante. “Abbiamo stretto un accordo con le amministrazioni locali e le famiglie che le impegnano a mandare le figlie a scuola mantenendo in buono stato la bicicletta”. Un “approccio multidimensionale” che “cerca di rispondere alle tante vulnerabilità di questo Paese”, come riferisce ancora alla Dire la responsabile Progetti di Helpcode Mozambico, Cambogia e Repubblica democratica del Congo, Roberta Pellizzoli: “Ad esempio, nelle scuole interveniamo anche nella gestione dei rifiuti e nel riuso della plastica perché questi materiali contribuiscono a ostruire i corsi acqua che, se esondano, bloccano le strade. Poi apriamo pozzi e forniamo corsi e materiali sanitari per prevenire le malattie. Le biciclette- continua Pellizzoli- servono anche ad evitare che le bambine finiscano a lavorare nelle fabbriche di tessuti collegate ai grandi marchi internazionali della moda”. Infine, “lavoriamo nelle zone di mare perché negli ultimi anni l’arrivo di un turismo di massa accelerato dagli investimenti cinesi ha trasformato la placida costa, favorendo anche il turismo sessuale che non risparmia i minori”. (Alf/Dire) 16:12 17-11-22

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