
Accadeva più di un anno fa. Era agosto 2021. E le truppe americane completavano il ritiro dall’Afghanistan lasciando la popolazione in mano ai talebani. Una scelta non condivisa dalla comunità internazionale perché anticamera di una nuova fase complicata per il Paese asiatico e molto preoccupante soprattutto in merito al trattamento riservato a quasi venti milioni di donne residenti nel territorio.
Per comprendere cosa sta accadendo adesso in Afghanistan alle donne e come queste vengono trattate, basta analizzare le proibizioni alle quali sono sottoposte da quando i talebani hanno ripreso il controllo del Paese. L’elenco di restrizioni è tanto lungo quanto sconcertante.
“Una donna afghana oggi non può lavorare fuori casa (ad eccezione di alcune donne medico o infermiere) e nemmeno fare altre attività se non accompagnata da un mahram (un parente stretto, come ad esempio il padre, il fratello o il marito).
È proibito trattare con negozianti uomini, essere visitate da dottori maschi o studiare in scuole, università o altre istituzioni educative.
Limitazioni anche per l’ espletamento di normali attività quotidiane come andare in bicicletta o in moto, portare tacchi alti, poter presenziare a trasmissioni radio e tv.
Inoltre è vietato praticare sport, indossare vestiti colorati (anzi, è obbligatorio il burqa, pena violenze e frustate), usare cosmetici, ridere ad alta voce.
Esistono bus per sole donne e non ci sono bagni pubblici femminili; e per le donne che hanno relazioni fuori dal matrimonio vi è la lapidazione pubblica.”
Le donne afghane sono stanche di subire. E poche ore fa giovani ragazze, prevalentemente studentesse, dopo l’ ennesimo provvedimento restrittivo delle loro libertà , sull’ esempio di quelle iraniane, sono scese in piazza contestando la decisione di sospendere l’accesso nelle università pubbliche e private. Una contestazione che viene affrontata dall’Emirato islamico con l’arma delle condanne e degli arresti.
Le forze di repressione dello Stato dei talebani hanno infatti arrestato 5 studentesse mentre partecipavano a una protesta. Lo riporta la Bbc aggiungendo che proteste si sono svolte anche nella provincia di Takhar. Secondo l’emittente britannica sono stati arrestati anche tre giornalisti.
Il regime, per giustificare gli arresti, dice di aver vietato l’università alle donne per «il mancato rispetto delle regole di abbigliamento», ma questo non è bastato per frenare la popolazione femminile.
Per il forum intergovernativo, tale discriminazione costituisce un possibile «crimine contro l’umanità ai sensi dello Statuto di Roma, di cui l’Afghanistan è membro».
Miriam Sgrò