Appalti. Busia: riportare a 150 mila € soglia per stazioni non qualificate

(DIRE) Roma, 18 Gen. – “Aver alzato la soglia degli appalti a 500mila euro per le stazioni appaltanti non qualificate è come permettere di guidare in città senza patente dove c’è il limite dei 50 km. Cioè permettere di fare appalti fino a mezzo milione per chi non è capace di farlo, perché non qualificato.

Occorre riportare la soglia a 150.000 euro. Sopra quella soglia per fare appalti bisogna essere qualificati. Oggi in Italia non possiamo permetterci uno numero spropositato di stazioni appaltanti, oltre 36.000. Se un comune non ha personale qualificato per fare appalti di alto livello, i lavori e gli acquisti si fanno male, si spende molto di più del necessario e si buttano soldi pubblici. Le stazioni appaltanti devono scendere a un terzo delle attuali.

Le centrali di committenza qualificate non possono essere più di 100, le più qualificate. Altrimenti le pubbliche amministrazioni soccombono nella contrattazione con i grandi gruppi privati”. Lo ha detto il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, intervenendo al convegno “Cantiere Italia. Tra Pnrr, emergenze e nuovo codice appalti” in corso presso la sede dell’Ance.

Inoltre, “Anac- ha aggiunto Busia- chiede il ripristino della normativa del conflitto di interessi nel nuovo codice appalti. Il settore dei contratti pubblici è delicato. Anche se non c’è la bustarella o la corruzione danneggia l’interesse pubblico scegliere l’impresa amica, quella più vicina e non la migliore. Non è interesse soltanto di chi ha perso la gara, evitare il conflitto d’interesse.

È interesse collettivo di tutti, per il bene comune e la scelta migliore delle imprese nell’affidare appalti e servizi”. Quanto agli affidamenti sotto soglia, Busia ha osservato: “Anac è per semplificare e affidare in maniera veloce. Ma attenzione: ragioniamo sul sotto soglia. Non può essere che assistiamo a continue forniture di servizi da parte dei comuni tutte a 140.000 euro, per stare sotto la soglia e affidare contratti direttamente.

Così si privilegiano i soliti noti, i più vicini all’assessore o al sindaco, non le imprese migliori, quelle con i prezzi più bassi, quelle che lavorano meglio. Grazie alla digitalizzazione è possibile fare in fetta, ma anche bene. Senza ricorrere sempre agli affidamenti sotto soglia in maniera discrezionale”. (Red/ Dire) 12:30 18-01-23

 

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