Ucraina. Dopo 11 mesi di guerra si allontana ancora la possibilità di una trattativa

I mesi passano sul fronte ucraino, sono undici.

I giorni passano sul fronte ucraino. Sono 335 e sembrano tutti uguali.

Mesi e giorni di guerra, mentre Volodymyr Zelensky attende gli aiuti dell’Occidente che Kiev ritiene strategici per difendersi da Mosca.

Volodymyr Zelens’kyj

Ieri, il Consiglio di sicurezza UE ha sbloccato l’invio dei tank in Ucraina. “L’Ucraina sta aspettando anche la consegna dei sistemi missilistici antiaerei Patriot, promessi dagli Usa, e sta già esaminando la possibilità di ricevere i carri armati statunitensi Abrams” ha sottolineato il presidente ucraino, mentre pesanti scontri sono in corso a Bakhmut e Avdiivka, nell’Ucraina orientale, tra le forze armate di Kiev e quelle di Mosca, ove gli aggressori russi sono stati respinti subendo notevoli perdite’’.

“L’ Ucraina ha bisogno di molti carri armati per vincere,  non 10 o 20, ma diverse centinaia. Il nostro obiettivo è il  ripristino dei confini del 1991 e la punizione del nemico che  dovrà pagare per i crimini commessi”, ha affermato Yermak, portavoce ufficiale del presidente ucraino , il quale ha poi sottolineato che “l’obiettivo comune della democrazia nella lotta contro l’autocrazia è garantire uno sviluppo stabile e un chiaro ordine mondiale e niente di tutto questo accadrà senza la vittoria dell’Ucraina”. I carri armati Leopard, chiesti insistentemente da Kiev, sono uno dei nodi più stringenti nel rapporto tra l’Ucraina e l’Occidente: potrebbero infatti segnare una svolta nel conflitto con la Russia.

La querelle

La Germania, in quanto Stato produttore dei Leopard, ha il potere di veto nei confronti della riesportazione dei ‘suoi’ carri armati verso altri Paesi. Da qui il braccio di ferro degli ultimi giorni che ha visto da una parte il governo tedesco guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz e dall’altra gli esecutivi più decisi nel  garantire sostegno all’Ucraina, a partire dal governo conservatore della Polonia, in pressing su Berlino per ottenere il sì all’invio dei Leopard 2 a Kiev. Alla fine i ‘pro-tank’ hanno strappato la promessa che il cancelliere tedesco non eserciterà il potere di veto sulla fornitura dei potenti carri armati all’Ucraina.

La minaccia di Mosca

foto di GNS

Il neoministro della Difesa tedesca, Boris Pistorius, ha spiegato che è in corso un inventario dei carri armati dell’esercito tedesco Bundeswehr, e dunque ha espresso la necessità di garantire che alla Germania restino abbastanza mezzi per la sua autodifesa. Tuttavia, diversi osservatori sostengono che Berlino non voglia oltrepassare quella che considera una linea rossa per la Russia e un punto di non ritorno per l’Europa. La fornitura dei Leopard 2 potrebbe aggravare il conflitto con Mosca. La Russia ha avvertito in diverse occasioni che l’escalation sarebbe “estremamente pericolosa”, minacciando addirittura l’uso di testate nucleari. Da qui la titubanza tedesca.

Intanto a Berlino

” La Germania non blocca l’invio di carri armati Leopard da parte di altri Stati”. Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine della riunione del Consiglio Esteri. Intanto in Germania i partiti di opposizione dell’Unione, Cdu e Csu, stanno esortando il governo federale ad accettare rapidamente la consegna di carri armati all’Ucraina. “Come Cdu/Csu, siamo disposti a sostenere la decisione di consegnare carri armati. Forse questo potrebbe aiutare il governo a sapere che hanno il nostro supporto”, ha affermato il leader del gruppo regionale Csu, Alexander Dobrindt, come riportano i media tedeschi.

Anche il segretario parlamentare del gruppo parlamentare Cdu/Csu, Thorsten Frei, insiste per una decisione molto rapida a favore di una consegna dei carri Leopard a Kiev perché le truppe ucraine hanno subito perdite elevate e difficilmente possono respingere gli attacchi russi.

La controreazione di Mosca

“Il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia”. Lo ha dichiarato il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, citato dalla Tass. “L’operazione speciale che si sta compiendo” in Ucraina “è una misura forzata ed estrema, una risposta alla preparazione dell’aggressione da parte degli Stati Uniti d’America e dei suoi satelliti.

Ed è  proprio di questi minuti la dichiarazione del capo di stato maggiore delle forze armate russe, Gerasimov, nonché  responsabile delle operazioni  militari in Ucraina: riformiamo l’ esercito russo per neutralizzare  la Nato che vuole usare l’ Ucraina per condurre la guerra ” ibrida ” contro la Russia.

Scandali per corruzione in Ucraina: rimossi 5 governatori e 4 viceministri

Il consiglio dei ministri ucraino ha approvato il licenziamento di cinque Governatori (oblast) nel corso della riunione odierna. Lo riporta il sito dell’emittente statale Suspilne, secondo la quale il provvedimento riguarda Valentin Reznichenko (Dnepropetrovsk), Oleksiy Kuleba (Kiev), Dmitry Zhyvitsky (Sumy), Alexander Starukh (Zaporozhzhia) e Yaroslav Yanushevich (Kherson). E lo scandalo corruzione che sta terremotando l’amministrazione ucraina si allarga ulteriormente con le dimissioni di due vice ministri per lo Sviluppo delle comunità e dei territori. Sia Vyacheslav Negoda che Ivan Lukerya hanno confermato la notizia sulle loro pagine Facebook.

Non si fa troppo attendere la risposta sul suo canale Telegram della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando la notizia. In Ucraina è cominciata “una nuova spartizione della torta”. Di questa torta, aggiunge la portavoce, è rimasto solo un pezzo, ma “questi vampiri insaziabili continuano a spartirselo”.

Sanzionati anche sacerdoti della Chiesa ortodossa russa

Ventuno figure apicali e sacerdoti della Chiesa ortodossa russa sono stati sanzionati dall’Ucraina. Tra loro anche Mikhail Gundyaev, nipote del patriarca russo Kirill, a capo della Chiesa di Russia, e Sergei Ryakhovsky, capo del Consiglio spirituale dell’Unione russa unita dei cristiani pentecostali.

L’elenco comprende 16 ecclesiastici di alto livello della Chiesa ortodossa russa, proposti dal servizio di sicurezza ucraino, e altri sei membri della chiesa indicati dal gabinetto dei ministri. Alcuni dei sanzionati sono responsabili della cooperazione della Chiesa ortodossa russa con l’esercito, altri sono noti per giustificare pubblicamente l’aggressione russa contro l’Ucraina e diffondere propaganda a favore della guerra. (foto di repertorio)

Miriam Sgrò

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