
Quel 27 gennaio 1945
Se ne è parlato tanto e se ne riparlerà ancora – e ancora – di questo 27 gennaio, che è una data rimasta impressa nelle pagine della storia, ma che è molto più di un numero; che non è solo un giorno, ma una giornata: la Giornata della Memoria, istituita per non dimenticare le vittime dell’Olocausto e per mantenere vivo il ricordo degli ebrei e di tutti coloro che vennero uccisi durante la dittatura nazista. Era il 27 gennaio del 1945, quando i soldati dell’armata Rossa liberarono i superstiti, entrando nel campo di concentramento di Auschwitz, dove più di un milione di prigionieri era stato brutalmente sterminato.
La memoria, il ricordo sono importanti per contrastare l’ oblio, ma è altresi importante che la memoria non si riduca ad una sterile rievocazione, senza vocazione, di fatti messi lì in sequenza e rispolverati dall’ archivio del tempo passato, perché è vero che la giusta conoscenza di accadimenti di ieri è necessaria per allontanare dalla mente quel meccanismo contorto che potrebbe portare alla coazione a ripetere; perché è vero che la narrazione di ieri è l’ unico percorso o processo logico che ciascun individuo dovrebbe intraprendere per essere o per diventare uomo completamente libero.
Libero nel pensiero e nelle azioni.
Libero di scegliere cosa non ripetere o riprendere da un passato che non è sempre così lontano .
“La memoria rende liberi”, si legge in un libro, ma la memoria rende liberi non è solo il titolo di un libro di Liliana Segre, protagonista femminile di un periodo tra i più bui di sempre, è anche e soprattutto spunto di riflessione concreto ed attuale.
«Come è potuto accadere tutto questo» la domanda.
La risposta è sempre la stessa.
L’Indifferenza.
Tutto comincia da questa parola. La chiave per comprendere le ragioni del male è racchiusa in quelle cinque sillabe, perché quando si crede che una cosa non ci tocchi, non ci riguardi, allora non c’è limite all’orrore.
Di seguito, i messaggi istituzionali diramati oggi dalle più alte cariche dello Stato per non dimenticare.
Il Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella
Auschwitz è punta emblematica di un sistema e di un’ideologia perversi , è il simbolo della mancanza di luce e di speranza, della negazione dell’umanità e della vita, l’indicibile, il non-luogo per antonomasia. C’è un biglietto di una tra le tante vittime sconosciute, seppellito e ritrovato nei pressi dei forni crematori di Auschwitz, che ammonisce e insegna ancora: ‘Sapete cosa è successo, non lo dimenticate, e tuttavia non saprete mai abbastanza’”.
“La Shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, segnata da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Nessuno Stato aveva mai, come scrisse lo storico tedesco Eberhard Jäckel, ‘deciso e annunciato, con l’autorità e sotto la responsabilità del proprio leader, di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati; e mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale’”. “Questo gruppo – ha ricordato il Presidente – era costituito soprattutto dagli ebrei, considerati il livello più basso nell’ambito di una folle gerarchia umana concepita distortamente dai nazifascisti”.
“Il regime fascista, nel 1938, con le leggi razziali – ha aggiunto Mattarella – agì crudelmente contro una parte del nostro popolo. E’ di grande significato che la Costituzione volle sancire, all’articolo 3, la pari dignità e la eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione “senza distinzione di razza”. Taluno ha opinato che possa apparire una involontaria concessione terminologica a tesi implicitamente razziste. I Costituenti ritennero, al contrario, che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza che separava la nuova Italia da quella razzista. Per ribadire mai più”.
“I principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo rappresentano la radicale negazione dell’universo che ha portato ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante – alimentato dall’uso improprio dei social – dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo.
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni
“Il 27 gennaio di 78 anni fa, con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l’orrore della Shoah. Oggi l’Italia rende omaggio alle vittime, si stringe ai loro cari, onora il coraggio di tutti i giusti che hanno rischiato o perso la loro vita per salvarne altre e si inchina ai sopravvissuti per l’instancabile servizio di testimonianza che portano avanti”. Così il presidente del Consiglio dei Ministri ,Giorgia Meloni, in occasione del Giorno della Memoria in un messaggio per la ricorrenza odierna .È esattamente questa la sfida che tutti noi – Istituzioni, società civile, agenzie educative, organi di informazione e mass media – abbiamo davanti: coltivare ogni giorno il nostro impegno per la memoria, accrescerne la consapevolezza nelle giovani generazioni e intensificare lo sforzo per combattere l’antisemitismo in ogni forma con la quale esso si manifesta”, conclude Meloni.
Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa
“Il Senato è stato e sarà sempre in prima linea per diffondere il profondo significato del Giorno della Memoria. Sarà interprete, messaggero, promotore di iniziative, perché respingere ogni forma di odio, di razzismo, antisemitismo, antisionismo è – e deve essere — una priorità. Tutti abbiamo il dovere di non dimenticare e di far conoscere alle generazioni più giovani il dramma e le atrocità vissute dagli ebrei, a partire dall’infamia delle leggi razziali, affinché simili tragedie non possano più ripetersi”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“Il mio auspicio è che una ricorrenza così importante come quella che oggi celebriamo, possa entrare nella quotidianità, nelle scuole, nel cuore dei giovani e che ogni giorno dell’anno sia il Giorno della Memoria”, conclude la seconda carica dello Stato.
Papa Bergoglio
“Il ricordo dello sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi non può essere né dimenticato né negato”, ha ammonito il Papa in un nuovo tweet nella Giornata della Memoria. “Non può esserci fraternità senza aver prima dissipato le radici di odio e di violenza che hanno alimentato l’orrore dell’Olocausto”, scrive Bergoglio richiamando il monito che aveva fatto anche mercoledì scorso in occasione della udienza generale.
Miriam Sgrò