Tumori, in Europa 32% di morti associato a povertà e bassa istruzione

AIOM: 50% tempo perso in burocrazia, più personale per aiutare i clinici

(DIRE) Roma, 3 Feb. – “In Europa il 32% delle morti per cancro negli uomini e il 16% nelle donne sono associati alle disuguaglianze socioeconomiche, in particolare a bassi livelli di istruzione e reddito. Le persone meno istruite e più povere adottano stili di vita scorretti, eseguono con scarsa frequenza gli screening, non accedono ai sistemi sanitari e troppo spesso arrivano alla diagnosi di tumore in fase già avanzata. Queste disparità sono meno evidenti nei Paesi che presentano sistemi sanitari universalistici come il nostro, in grado di garantire le cure a tutti”. È quanto emerso oggi a Roma in occasione del convegno nazionale ‘Close the Care Gap’ organizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). L’evento, in corso al Senato, ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulle differenze nell’accesso alle cure e si svolge alla vigilia della Giornata Mondiale contro il Cancro (‘World Cancer Day’), che si celebra ogni anno il 4 febbraio.

“L’Italia, però, deve colmare il divario nell’adesione ai programmi di screening che ancora permane fra nord e sud- è la richiesta che viene dall’AIOM- Serve un grande piano di sensibilizzazione per recuperare queste lacune. Inoltre, nel nostro Paese, più del 50% del tempo di ogni visita oncologica è assorbito da adempimenti burocratici”. Per questo gli specialisti chiedono di “assumere personale che possa occuparsi di questi aspetti. Solo così avranno più tempo a disposizione per visitare i pazienti”. In tutto il Pianeta, ogni anno, si stimano 18 milioni di nuovi casi di tumore e sono quasi 10 milioni i decessi: “In uno studio pubblicato recentemente- fa sapere Saverio Cinieri, presidente di AIOM- è stato evidenziato che in Europa il rischio di morire di cancro aumenta progressivamente al diminuire del livello socioeconomico. Le neoplasie che più risentono del gradiente sociale sono quelle del polmone, stomaco e cervice uterina. Più si comprendono i processi biologici, i fattori di rischio e i determinanti della salute che favoriscono l’insorgere dei tumori, più efficaci diventano la prevenzione, la diagnosi e il trattamento”.

Per questo vanno contrastati i principali fattori di rischio, tenendo conto “di tutti i determinanti della salute, tra cui istruzione e status socioeconomico. Serve una visione a 360 gradi- sottolinea ancora Cinieri- che includa anche le condizioni di disagio dei cittadini, per non lasciare indietro nessuno”. In Europa circa un terzo delle morti per tumore negli uomini è associato a disuguaglianze socioeconomiche (si arriva a quasi la metà nell’Europa dell’Est), per le donne questa proporzione è uno a sei (una su quattro nell’Europa dell’Est). “L’Italia, come altri Paesi mediterranei, sembra soffrire meno delle disuguaglianze sociali nei tumori. Ma vi sono aree su cui servono interventi urgenti- conclude infine il presidente di AIOM-a partire dalla sensibilizzazione dei cittadini sui corretti stili di vita”. (Cds/ Dire) 14:49 03-02-23

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