

Il nome dell’indagine, “Caronte”, deriva dall’obolo che i braccianti, quasi tutti “residenti” nella ben nota baraccopoli di Borgo Mezzanone, erano costretti a pagate per essere accompagnati nell’inferno dei campi ardenti a bordo di automezzi fatiscenti e illecitamente modificati per consentire l’alloggiamento di un numero superiore di persone. L’operazione testimonia il costante impegno e la particolare attenzione che l’Arma dei Carabinieri pone nel contrasto alle attività delittuose del circondario, soprattutto in riferimento a reati così lesivi della dignità della persona e in grado di produrre elevatissimi pericoli nei confronti dell’incolumità dei lavoratori. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari; dunque si precisa che, al momento, a carico degli indagati sono stati acquisiti unicamente granitici indizi di colpevolezza, ritenuti dal GIP di tale gravità da legittimare l’applicazione delle misure cautelari. Si intende affermare infatti come gli indagati non vadano considerati colpevoli fino alla condanna definitiva, come sancito da risalente orientamento normativo e giurisprudenziale in materia.
1) è un progetto co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea, PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020, che mira a realizzare un’azione di sistema interregionale, mettendo in atto delle misure indirizzate all’integrazione socio-lavorativa dei migranti come prevenzione e contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura
comunicato stampa – fonte: https://www.carabinieri.it/in-vostro-aiuto/informazioni/comunicati-stampa/caporalato-operazione-caronte-13-arresti-e-sequestro-di-beni-in-puglia