Etiopia. Furti di aiuti umanitari e disordini, nel Nord è ancora caos

L’ONU: ‘Perdiamo credibilità, mentre in Amhara scatta coprifuoco

(DIRE) Roma, 11 Apr. – Il Programma alimentare mondiale (World Food program, Pam/Wfp) ha denunciato il furto di derrate alimentari nel nord dell’Etiopia, che verrebbero poi rivendute al mercato nero senza raggiungere i beneficiari. Gli aiuti sono parte dell’intervento che l’agenzia delle Nazioni Unite svolge nella regione del Tigray per sostenere le migliaia di persone colpite dal conflitto, iniziato nel novembre 2020. La notizia non è ufficiale, ma è trapelata dopo che l’agenzia stampa americana Ap è entrata in possesso di una lettera del 5 aprile, in cui il direttore dei programmi in Etiopia del Wfp, Claude Jibidar, lamenta questa situazione con i responsabili dell’ufficio dell’organismo Onu in Etiopia.

Secondo Jibidar, il furto di scorte alimentari “non solo mette a rischio la reputazione dell’agenzia, ma anche la sua capacità di mobilitare risorse per le popolazioni in difficoltà”, pertanto ha chiesto “azioni immediate” per arginare il fenomeno. Il dirigente non ha fornito ulteriori dettagli, tuttavia la stampa africana cita un funzionario del Wfp che, in anonimato, ha riferito che le scorte rubate e rivendute sarebbero state sufficienti a sfamare 100mila persone. La guerra civile che ha visto l’esercito federale confrontarsi con la milizia del Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf), con interventi anche da parte delle truppe della vicina Eritrea e di altre milizie locali di stampo etnico, hanno innescato una crisi umanitaria che secondo l’Onu colpisce 20 milioni di persone non solo in Tigray, ma anche nelle regioni vicine coinvolte nel conflitto, tra cui Amhara e Afar.

A novembre 2022 il governo guidato dal premier Abi Ahmed Ali ha firmato a Pretoria, in Sudafrica, un accordo con i leader del Tplf che ha avviato un processo di pace. Tra i risultati raggiunti, la formazione lo scorso 6 aprile di un governo ad interim nel Tigray, che comprende anche esponenti del Tplf, lo stesso partito che secondo l’esecutivo di Addis Abeba governava illegalmente, motivando l’intervento militare di fine 2020 che ha avviato il conflitto armato. Nonostante questi progressi, però, nell’area la stabilità non è ancora tornata, a partire dalla vicina Amhara.

Ieri è scattato il coprifuoco nelle tre principali città della regione- Gondar, Dessie e Debre Birhan – insieme a un divieto di sciopero e l’obbligo a segnalare alle autorità ogni iniziativa pubblica. Misure prese per arginare le proteste organizzate dai cittadini contro la decisione del governo di Addis Abeba di integrare gradualmente una forza armata di autodifesa locale. Anche il reintegro delle forze popolari nell’esercito federale è uno dei nodi chiave dell’accordo di Pretoria. Nei disordini scoppiati in Amhara hanno perso la vita due operatori umanitari del Catholic Relief Services (Crs), come hanno confermato stamani le autorità. (Alf/Dire) 16:33 11-04-23

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