E’ stato un successo! Non potrebbe definirsi diversamente la presentazione di “Io sono Libero”, libro intervista di Giuseppe Scopelliti e Franco Attanasio, avvenuta ieri sera all’Archivio Storico di Taormina. In una splendida cornice di panorama e pubblico l’ex Governatore della Calabria ha colloquiato con Cateno De Luca sindaco della rinomata cittadina siciliana. I due protagonisti della serata, moderati dal giornalista Mauro Romano, hanno trovato molti punti di contatto per vicende e vicissitudini che ne hanno segnato sia la vita che la carriera politica.
Scopelliti e De Luca si sono “ritrovati” anche nella considerazione relativa alla determinazione con la quale hanno tentato di farli fuori. Il primo condannato ad una pena detentiva spropositata rispetto al reato contestato, riguardava infatti un atto collegiale per il quale invece è stato l’unico a pagare. Cateno De Luca ha subito 2 arresti, con detenzione domiciliare, e ben 16 procedimenti.
Entrambi, con metodi simili ma per motivazione diverse, sono stati fagocitati dal sistema di cui inizialmente erano un ingranaggio, divenuto evidentemente però via via sempre più scomodo. Tanto da dover essere tolti di mezzo per non essersi piegati a determinate logiche.
L’ex Sindaco di Reggio Calabria lo spiega senza giri di parole: “L’operazione di fucilazione politica di Scopelliti è avvenuta soltanto perchè, una parte dello Stato, ha creduto o si è prestata a questo meccanismo.
Quindi è chiaro che in un uomo di Destra, che ha forte dentro di se il radicamento, la storia, l’identità nazionale, l’amore patrio .. e che ha sempre visto gli uomini delle istituzioni di parte di segmenti dello Stato come fossero Dio in terra, poi si rende conto che proprio da li è arrivato il segnale, da li sono arrivate le indicazioni per farti fuori e metterti fuori gioco“. Si ricorderà la sua azione contro gli sprechi della sanità calabrese.
Il Sindaco di Taormina non è da meno, va dritto al nocciolo del problema, mette in evidenza l’accanimento con il quale un ‘operazione simile è stata condotta anche nei suoi confronti, divenuto purtroppo anche oggetto del tritacarne mediatico. Circostanza che ha influenzato, a suo dire non poco, la caccia alle streghe nei suoi confronti.
Anche nel suo caso si era tentato addirittura di accostarlo ad ambienti di spessore criminale, tentativo naufragato miseramente.
La sua forza di reazione che si è manifestata contrattaccando con veemenza le accuse, sotto direzione del suo avvocato e giurista Carlo Taormina, è stata la sua salvezza.
Giuseppe Scopelliti, come avviene in ogni appuntamento in cui si parla del suo libro, ha arricchito le risposte postegli dal collega Romano, con aneddoti e vicende relative verificatesi in quegli anni che in qualche modo contribuiscono a capire meglio quanto accaduto nei palazzi romani e non solo.
Ieri sera si è parlato anche del suo rapporto personale e politico con Gianfranco Fini ma anche di discussioni e confronti con Angelino Alfano con cui Giuseppe Scopelliti era cofondatore di NCD e tanto altro. Vicende che hanno segnato la sua vita politica e che hanno tenuto incollate alla sedia, nonostante il caldo, oltre un centinaio di persone.
“La politica non può affidarsi alla pancia della gente. La politica ha il compito di guidare i processi di crescita di sviluppo di una comunità nazionale e su queste linee fare innamorare coinvolgere il cittadino e non farsi guidare dal sentiment del cittadino.
Chi fa politica dovrebbe avere una postazione talmente alte capace di comprendere le dinamiche, gestire e governare quei processi” – Questo il pensiero di Giuseppe Scopelliti in relazione al ruolo che una politica con la P maiuscola deve avere in uno Stato moderno e democratico.
Gli ha “fatto eco” Cateno De Luca: “La politica è quella che si fa in mezzo alla gente, non quella che si tesse in alcuni ambienti dei salotti romani. La Politica vera da risposte ai cittadini e rende le cose più semplici ed agevoli“.
I due sono d’accordo su fatto che occorre un riequilibrio tra i poteri dello Stato, tanto farebbe l’introduzione della responsabilità per gli errori giudiziari. Il vaso di Pandora scoperto dopo il caso Palamara dovrebbe dare delle indicazioni precise in tal senso. Servirebbe anche una legge che obblighi i media a dare il medesimo spazio all’indagato\arrestato qualora successivamente venga assolto, richiesta messa sul tavolo, con veemenza dal Sindaco di Taormina.
Quest’ultimo ha anche manifestato l’auspicio che il collega Scopelliti torni a fare politica attiva …
L’ex Presidente della Regione Calabria, dal canto suo, ha elogiato l’azione politica di De Luca invitandolo a non abbassare la guardia nei confronti dei partiti politici, o meglio di certi ambienti degli stessi, i quali tendono a mal digerire chi si crea spazi propri.
Insomma l’incontro per la presentazione del libro “Io sono Libero” è stata un dialogo a tutto campo in cui i protagonisti, Scopelliti e Luca, hanno avuto modo di confrontarsi sulla base di esperienze personali che hanno segnato l’esperienza politica. Storie vere in cui ci sono state: invidie, sotterfugi e scorrettezze che hanno inciso sulle loro vite ed inevitabilmente dei loro cari.
Fabrizio Pace