(DIRE) Firenze, 16 Set. – Sono oltre 3.000 i bambini seguiti dal reparto di allergologia del Meyer di Firenze per le allergie alimentari. Arrivano da tutta Italia e, di questi, 2.500 hanno intrapreso il percorso di desensibilizzazione orale. La desensibilizzazione orale per gli allergeni alimentari- tecnicamente immunoterapia specifica- prevede per il bambino l’esposizione a dosi progressivamente maggiori dell’allergene per aumentare la sua soglia di reattività. In questo modo è un po’ come se si allenasse l’organismo all’incontro con gli allergeni pericolosi: ecco perché la desensibilizzazione deve avvenire in un centro dedicato.
Si tratta di un percorso lungo, che dura anni, e che prevede una parte ospedaliera e una parte di prosecuzione a casa: “Spesso si parte da dosi infinitesimali. Porto l’esempio di una nostra piccola paziente, che ha cominciato il percorso nel 2017 per una severa allergia al grano e che ora ha 12 anni: nel suo caso siamo partiti somministrando qui, al Meyer, 5 milligrammi di fetta biscottata”. Praticamente “una briciola, per arrivare a consentire alla bambina di mangiare 40 grammi di pasta, negli anni”, spiega la responsabile dell’allergologia del Meyer, Francesca Mori.
Attualmente al pediatrico fiorentino la desensibilizzazione viene fatta per il latte, l’uovo, la frutta a guscio, i cereali e i semi. Ad oggi è l’unica opzione terapeutica in grado di cambiare il decorso delle allergie alimentari. “In alcuni casi, attentamente ponderati e selezionati in base a criteri come comorbidità, età e allergie alimentari multiple, è possibile coadiuvare la desensibilizzazione orale con l’uso di farmaci biologici.
L’abbinamento tra questi due trattamenti rappresenta una delle frontiere terapeutiche più promettenti nel campo delle allergie severe”, si spiega dall’ospedale. “Noi siamo seguiti al Meyer dal 2018, ma arriviamo dalla Sicilia”, racconta una mamma.
“Nonostante il sacrificio per gli spostamenti, non cambieremmo perché i medici, competenti ed empatici, conoscono perfettamente la bambina: ormai una ragazzina che, grazie all’efficienza del personale di reparto e dell’ospedale, ha liberalizzato il latte e introdotto decine di alimenti che prima le erano vietati”. Il Meyer, infine, segnala come le anafilassi siano in aumento. “Dati alla mano, negli ultimi anni le allergie alimentari e non hanno subito, a livello nazionale e internazionale, un aumento esponenziale. Uno studio, appena pubblicato sulla rivista ‘Clinical & Experimental Allergy’, che porta la firma degli specialisti del Meyer in collaborazione con l’Università di Firenze ha analizzato retrospettivamente il numero degli episodi di anafilassi giunti al pronto soccorso del Meyer negli ultimi 20 anni.
In pratica si è passati da 16 su 100.000 accessi tra il 2004 e il 2010, a 22 tra il 2011 e il 2016, per arrivare a 39 tra il 2017 e il 2023. “In 20 anni, dunque, sono più che duplicati, con un aumento del 37,5% tra il primo e il secondo periodo e del 77% tra il secondo e terzo periodo. La buona notizia è che lo studio è andato a valutare l’impatto della formazione sui sanitari del pronto soccorso del Meyer, provando che l’introduzione di una formazione continua attraverso la simulazione pediatrica ha sensibilmente migliorato la capacità di impostare la correttezza delle diagnosi, la terapia in acuto e il conseguente invio a una corretta valutazione specialistica”. (Dig/ Dire) 10:36 16-09-24