(DIRE) Roma, 9 Dic. – Cinque “squadre di emergenza specializzate” sono al lavoro per accertare la presenza di celle sotterranee nascoste nel dedalo di Saydnaya, prigione siriana dove nel tempo sono stati incarcerati ribelli e oppositori del governo di Bashar al-Assad rovesciato nel fine-settimana. L’intervento è stato annunciato dagli White Helmets, i “caschi bianchi”, un’organizzazione nata nel 2014 con l’intento di soccorrere persone ferite nei bombardamenti dell’aviazione militare nelle aree sotto il controllo dei gruppi armati. In un messaggio diffuso sulla rete sociale X, gli White Helmets hanno aggiunto che le squadre sono assistite da una guida esperta, che conosce la prigione, situata circa 30 chilometri a nord di Damasco. Gli interventi sarebbero stati decisi a partire dalle testimonianze e dalle segnalazioni di altri detenuti.
“Le squadre”, hanno riferito gli White Helmets, “sono composte da unità di ricerca e salvataggio, specialisti nello sfondamento di muri, team per l’apertura di porte di ferro, gruppi con cani addestrati e soccorritori medici”. Nel frattempo, l’amministrazione provinciale della capitale ha diffuso un appello alle guardie e a chiunque altro abbia lavorato nel penitenziario perché fornisca i codici necessari per aprire le porte elettroniche del carcere. Video di prigionieri liberati, tra i quali anche un bambino con la madre, sono stati diffusi dall’Associazione dei detenuti e degli scomparsi nella prigione di Saydnaya, una rete che ha base in Turchia.
Secondo le sue stime, solo tra il 2011 e il 2018 in Siria sarebbero state assassinati o sarebbero comunque morti a seguito di abusi oltre 30mila detenuti. Le esecuzioni, stando a questa e ad altre ricostruzioni, sono aumentate in coincidenza con l’inizio del conflitto civile deflagrato in Siria al tempo delle “primavere arabe”. Amnesty International, ong con base a Londra, ha definito Saydnaya “un mattatoio umano”. Le accuse sono state respinte dal governo di Al-Assad come “prive di verità” e “infondate”. Hayat Tahrir al-Sham, il gruppo ribelle che ha costretto il presidente alla fuga e ha assunto il potere insieme con altre milizie alleate, ha già annunciato la liberazione di migliaia di prigionieri. Oltre 3.500 solo quelli detenuti nel carcere militare di Homs, già in libertà. (Vig/Dire) 13:45 09-12-24