
“Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte“.
E’ questo il commento sulle pagine social ufficiali del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che esprime la solidarietà e rinnova la stima per l’operato alle FdO prese di mira dai manifestanti a Roma oltre che in questi ultimi giorni anche in altri episodi dove se ne vorrebbe mettere in discussione l’operato.
Una riflessione sorge spontanea al fine di stroncare una situazione molto pericolosa. A nostro avviso Giorgia Meloni e il suo governo devono pensare ad una soluzione di lunga durata verso un’intolleranza contro la legalità e le regole che sta serpeggiando nel Paese, in maniera sempre più tumultuosa, che potrebbe innescare una ulteriore spirale di violenza.
Si potrebbero rivedere le “regole d’ingaggio”, ampliando i poteri e le tutele agli uomini delle Forze dell’Ordine che altrimenti ogni qualvolta si trovano ad agire hanno sempre più difficoltà nell’arginare comportamenti violenti. In pratica aggiornarsi alle nuove realtà che stanno insorgendo prepotenti nelle periferie delle grandi città italiane.
Le nostre Forze dell’Ordine hanno necessità di un ulteriore “upload” (uno è già in corso) il loro lavoro è troppo spesso messo sotto accusa a causa delle limitazioni troppo stringenti a cui sono sottoposti gli operatori che si trovano a fronteggiare episodi di violenza. Limiti che in altre nazioni occidentali democratiche sono ben più tolleranti.
Si potrebbe creare un problema di sicurezza per il cittadino. In quanto l’operatore della forza pubblica, potrebbe ridurre\moderare la sua attività per timore di essere invischiato in procedimenti penali che ne intaccherebbero la carriera e la vita privata. Un timore non giustificabile ma sicuramente umanamente comprensibile che si riverserebbe a cascata sulla sicurezza pubblica.
Prima che sia troppo tardi e che anche l’Italia patisca quanto già visto in altri Paesi d’Europa (Francia, Germania, Belgio, Gran Bretagna solo per citare i più importanti) è indispensabile che il governo agisca per mantenere e migliorare la sicurezza pubblica.
Ci si trova a gestire il risultato di anni di accoglienza incondizionata senza una vera e propria politica migratoria che prevedesse un inserimento reale nella vita sociale\lavorativa di coloro che arrivano nel nostro Paese in cerca di una vita migliore. Il risultato è bande di giovani stranieri sempre più emarginati che protestano fomentati da politicanti senza remore e che mettono in difficoltà quanti tra loro invece si sono integrati a pieno nel sistema italiano. Quest’ultimi sono sempre i primi a condannare e stigmatizzare i comportamenti e le manifestazioni violente.
Fabrizio Pace