Disuguaglianze salariali nei Paesi OCSE: confronto tra le retribuzioni medie nel 2023

Le retribuzioni nei Paesi aderenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) presentano variazioni significative, arrivando a essere fino a quattro volte superiori in alcune nazioni rispetto ad altre. Tali disparità si spiegano attraverso molteplici fattori, quali la produttività economica, il costo della vita e il potere d’acquisto.

Nel 2023, Visual Capitalist ha elaborato una mappa che illustra i salari medi annui nei 34 Paesi membri dell’OCSE.

Le nazioni europee dominano le classifiche dei mercati del lavoro più remunerativi. Al vertice si colloca il Lussemburgo con una retribuzione annua prossima ai 90.000 dollari (83.028 euro), seguito dall’Islanda (87.000 dollari) e dalla Svizzera (83.000 dollari). Gli unici Paesi extraeuropei presenti nella top 10 sono gli Stati Uniti, con una media di 80.000 dollari, e l’Australia, con 67.000 dollari.

Nel complesso, la retribuzione media nei Paesi OCSE si attesta intorno ai 58.000 dollari l’anno (pari a 53.500 euro). Tuttavia, l’Italia si colloca al di sotto di tale soglia, con un salario medio di 48.874 dollari (44.794 euro).

Il confronto tra le retribuzioni più elevate e quelle più basse mette in evidenza disuguaglianze sostanziali: il Messico, con una media salariale di poco superiore ai 20.000 dollari l’anno (18.450 euro), si posiziona all’ultimo posto, percependo meno di un quarto rispetto a quanto guadagna, in media, un lavoratore in Lussemburgo.

Sebbene i Paesi più ricchi si mantengano costantemente ai vertici delle classifiche salariali, le nazioni dell’Europa orientale hanno registrato, negli ultimi tre decenni, la crescita salariale reale più vigorosa. In particolare, dal 1995, Lituania, Lettonia ed Estonia hanno incrementato le retribuzioni di oltre il 200%.

Di contro, Paesi come i Paesi Bassi (+4%), l’Italia (+2%) e il Giappone hanno evidenziato incrementi salariali reali modesti tra il 1995 e il 2023. Il Giappone, in particolare, si distingue per una vera e propria stagnazione, con salari reali in flessione del 4% dal 1995.

Il metodo di calcolo adottato dall’OCSE per determinare il salario medio prevede la divisione della massa salariale annua complessiva di ogni Paese per il numero medio di lavoratori equivalenti a tempo pieno. Le retribuzioni, espresse in dollari statunitensi, sono opportunamente rettificate in base alla parità di potere d’acquisto (PPP), un parametro che consente di tenere conto delle differenze nel costo della vita tra i vari Paesi.

grafico fonte OECD

LL

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