Sudan del Sud: la polveriera è pronta ad esplodere, l’ONU lancia l’allarme

Haysom ha esortato i leader a “anteporre gli interessi del popolo ai propri”, avvertendo che la disinformazione e l’incitamento all’odio stanno alimentando divisioni etniche e violenze, causando lo sfollamento di decine di migliaia di persone.

Il Sudan del Sud, il paese più giovane del mondo, ha già vissuto una sanguinosa guerra civile dopo l’indipendenza nel 2011, con scontri tra le etnie Dinka (Kiir) e Nuer (Machar).

Un accordo di pace nel 2018 aveva portato alla formazione di un governo di unità nazionale, ma le tensioni sono riemerse. In particolare, l’Esercito Bianco, alleato di Machar, ha lanciato un’offensiva contro una base militare nella contea di Nasir, nell’Alto Nilo. In risposta, le forze governative hanno circondato la residenza di Machar a Juba e proceduto all’arresto di alcuni suoi sostenitori. Parallelamente, l’esercito ha intensificato gli attacchi aerei contro le comunità dell’Alto Nilo, provocando gravi perdite civili.

Haysom ha denunciato “attacchi indiscriminati contro i civili”, con un bilancio di circa 63.000 sfollati. Ha espresso preoccupazione per la mancanza di fiducia reciproca tra Kiir e Machar, mettendo a rischio l’accordo di pace.

Le elezioni, già rinviate due volte, sono ora previste non prima del 2026. L’UNMISS sta intensificando gli sforzi diplomatici con i partner regionali, inclusa l’Unione Africana, per prevenire un nuovo conflitto. (foto di repertorio)

Al. Co.

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