
La Nazionale italiana chiude con una vittoria il suo secondo impegno nelle qualificazioni ai Mondiali 2026, superando la Moldavia per 2-0. Un successo che, tuttavia, non basta a riscattare la sonora sconfitta per 3-0 subita contro la Norvegia, e che lascia un retrogusto amaro, soprattutto alla luce dell’addio già annunciato del CT Luciano Spalletti.
Gli Azzurri, infatti, non hanno brillato per entusiasmo o convinzione sul campo. La partita ha mostrato segnali di difficoltà fin dalle prime battute, con la Moldavia che ha persino accarezzato il vantaggio grazie a un gol annullato a Nicolaescu, un campanello d’allarme significativo per una squadra che si presentava con l’obbligo di rimettere in carreggiata il proprio percorso qualificazione.
Solo prima del riposo, Giacomo Raspadori ha sbloccato il risultato, portando l’Italia in vantaggio. L’inizio della ripresa ha visto un lampo di Andrea Cambiaso, che ha firmato il raddoppio. A quel punto, però, l’Italia, che avrebbe avuto un disperato bisogno di una goleada per migliorare la differenza reti e la propria posizione nel girone, ha inspiegabilmente rallentato, non riuscendo a trovare altre conclusioni vincenti. Il 2-0 finale, seppur una vittoria, sa di occasione sprecata e non riesce a infondere la fiducia necessaria in vista dei prossanti impegni.
La sensazione è che, nonostante i tre punti, la squadra non abbia pienamente metabolizzato la batosta di Oslo e non abbia offerto la risposta veemente che ci si sarebbe aspettati. L’addio di Spalletti si consuma dunque con una vittoria che porta sì ossigeno in classifica, ma che lascia aperti numerosi interrogativi sulla condizione psicofisica e sulla reale competitività di un’Italia che, ancora una volta, sembra aver mancato l’appuntamento con la prestazione convincente.
Bart Zag