La Premier italiana, Giorgia Meloni, ha delineato la posizione strategica dell’Italia sull’Iran al termine del Vertice G7, esprimendo una chiara preferenza per un’evoluzione interna piuttosto che per un intervento esterno coercitivo. Le sue dichiarazioni giungono in un contesto di intenso dibattito internazionale sull’approccio da adottare nei confronti del regime di Teheran, con allusioni implicite anche alle posizioni, come quella del Presidente francese Macron, che mettono in guardia contro l’ipotesi di un cambio di regime imposto dall’esterno. “Ho sempre ritenuto che lo scenario più auspicabile sia quello in cui un popolo iraniano, sebbene oppresso, riesca autonomamente a rovesciare il regime,” ha affermato la Premier ai giornalisti a Kananaskis.
Meloni ha aggiunto una nota pragmatica, sottolineando che, in tal caso, “successivamente, si dovrà operare con le risorse e le circostanze disponibili,” evidenziando la necessità di affrontare le realtà post-rivoluzionarie con concretezza.
La leader italiana ha poi rimarcato la priorità assoluta che guida l’approccio internazionale alla questione iraniana: “L’obiettivo primario è scongiurare che l’Iran si doti di armamenti nucleari.” Un punto fermo nella politica estera italiana e occidentale, cruciale per la stabilità regionale e globale. A tal proposito, la Premier ha ribadito anche da Kananaskis con fermezza il diritto all’autodifesa di Israele: “Finché la minaccia persiste, Israele detiene il diritto di salvaguardare la propria sicurezza,” ponendo l’accento sulla legittimità delle azioni difensive dello Stato ebraico di fronte a un Iran armato nuclearmente.
Le parole della Premier Meloni da Kananaskis tracciano una linea diplomatica che bilancia l’aspirazione a un cambiamento democratico interno in Iran con la categorica necessità di contenere le ambizioni nucleari di Teheran, elementi imprescindibili per la sicurezza e la pace in Medio Oriente.
LL
