
Il focus sull’attività del Garante regionale nella relazione annuale
Si è tenuta ieri pomeriggio nella sala Monteleone di Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale della Calabria, la relazione annuale del Garante dei diritti delle persone con disabilità, l’avvocato Ernesto Siclari. Accanto a quest’ultimo, al tavolo della conferenza, in una sala gremita di istituzioni, associazioni ed autorità: il Presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso, il Procuratore della Repubblica del Tribunale per i Minorenni, Roberto Di Palma, l’Europarlamentare Giusi Princi e la Professoressa Federica Tescione docente dell’UniMed.
Ognuno dei relatori ha espresso proccupazione per lo situazione calabrese ma nel contempo corale è stata la fiducia riposta nelle basi del lavoro appena gettate. L’inizio della risoluzione dei problemiè confortante le famiglie non devono sentirsi più sole nell’affrontare problematiche anche complesse. Uno degli obiettivi è mettere in rete con il l’ufficio del Garante più “attori” che collabrino tra loro al fine di abbattere tempi d’attesa e intercettare ogni genere di bisogno.
Vero è che la Calabria si confronta con una realtà di profonda emergenza nell’ambito dell’assistenza e dell’inclusione delle persone con disabilità: criticità sistemiche, lacune strutturali e operative che richiedono interventi urgenti e mirati è parte della denuncia di Siclari.

Il suo report mette in luce una sistematica carenza di Centri dedicati ai disabili, una problematica particolarmente acuta nelle aree più periferiche e rurali della regione. A questo si aggiunge la limitata disponibilità di strutture riabilitative, fattore che compromette seriamente i percorsi di recupero e l’innalzamento della qualità di vita per migliaia di cittadini.
La criticità è ulteriormente esasperata dalla cronica assenza di personale qualificato, un vulnus che impedisce di fornire risposte adeguate alle complesse e molteplici esigenze delle persone con disabilità.
Un ruolo delicato in questo scenario è rivestito dalla Procura dei Minori, chiamata a intervenire nei casi in cui la disabilità riguarda giovani e giovanissimi inseriti in contesti familiari già gravati da difficoltà socio-economiche.
L’operato annuale del Garante si è quindi concentrato sulla gestione immediata delle criticità e su una sensibilizzazione proattiva delle amministrazioni. Ernesto Siclari ha enfaticamente rimarcato l’importanza cruciale di “ricucire il divario tra la comunità e le istituzioni”, un’azione di mediazione fondamentale data la percepita distanza tra cittadini e pubblica amministrazione.
Questo impegno, pur rappresentando un inizio significativo, è solo il primo passo di un percorso che si annuncia lungo e articolato, richiedendo una sinergia di forze per tradurre i diritti in servizi concreti. Durante il periodo in esame sono state tante le associazioni dislocate in tutta la Calabria con cui l’ufficio del Garante ha intrattenuto rapporti ed incontri ed in ognuno di questi Siclari ha potuto riscontrare un alto livello di affetto ed umanità che ha cercato di trasferire con emozione alla sala facendo intervenire al tavolo anche i diretti interessati.
In coclusione c’è ancora molto da fare ma la strategia del Garante di coinvolgere sempre più soggetti istituzionali ed associtivi e metterli in collaborazione tra loro appare sensata e vincente nono stante in taluni consessi non venga data all’argomento la giusta importanza.
Infine il monito di Siclari, che fa eco a quanto segnalato da Antonio Marziale collega per i diritti degli adolescenti e dei minori:”Se si riceve una lettera del Garante bisogna rispondere, non è cortesia ma dovere istituzionale”. Questo il concetto che deve permeare anche quella parte di realtà calabrese più restia.
Fabrizio Pace
