In un tempo che misura tutto e nel quale si fa fatica a riconoscere il valore dell’essere e dell’ esserci, a Reggio Calabria è accaduto qualcosa di singolare: un libro di poesie è diventato rito civile, concerto dell’anima, assemblea culturale e festa popolare insieme. Il debutto calabrese della raccolta “Economia d’amore” di Ilda Tripodi, poetessa, ha trasformato il roof garden del Circolo del Tennis “Rocco Polimeni” in una vera agorà del sentire.
Non un semplice incontro, ma un’accensione collettiva: intellettuali da tutta Italia, artisti, accademici, editori, poeti della pace, musicisti e lettrici appassionate si sono radunati in un momento che ha superato ogni formalità per diventare evento di senso, richiamo di ciò che nel nostro presente rischia di essere dimenticato: l’umano.
Il libro, in buona parte scritto in endecasillabi, ha colpito per la coerenza tra forma e visione. Una scelta metrica radicale, quella della Tripodi, che richiama la classicità non per nostalgia ma per rigore spirituale.
Come ha sottolineato Francesco Magris, economista e saggista, autore della prefazione: “Non è un libro sulla bellezza, è un libro che ha la forza di rifondarla. C’è in queste pagine una tensione verso l’ordine interiore, la musica primordiale della parola. È raro, oggi, trovare una scrittura così poco incline al compiacimento e così lucidamente necessaria.”
Francesco Magris, intervenuto anche dal vivo, ha poi ribadito che “la vera economia dell’amore è quella che sa generare legami autentici, anche tra persone molto diverse, che attraverso Ilda si riconoscono. In un mondo spezzato, lei ricuce.”
A dare avvio alla serata, gli interventi calorosi del presidente del circolo Ezio Privitera, del presidente del Rhegium Julii Giuseppe Bova, dell’assessore regionale alla cultura Caterina Capponi, e del presidente del progetto Civitas 2025 Luciano Gerardis, che ha affermato: “Viviamo in un tempo che ha bisogno di tornare ai valori dell’Umanesimo. Il libro di Ilda è un atto politico in questo senso, non ideologico ma spirituale.”
Significativa, e non casuale, la scelta di Reggio Calabria come seconda tappa di un percorso iniziato a Firenze, presso la Fondazione Giovanni Spadolini, in occasione del centenario della nascita del grande statista e del cinquantenario della fondazione del Ministero della Cultura.
Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini e della rivista Nuova Antologia, presente anche a Reggio, ha voluto rimarcare: “Siamo qui perché crediamo nella cultura come collante del Paese. Da Firenze a Reggio, Ilda ci mostra che la poesia non è un lusso, ma una necessità civile. E come può esserci pace, se non c’è cultura?”
A rendere ancora più vivido il momento, la partecipazione dei Poeti della Pace guidati da Giovanni Suraci, e gli interludi musicali del maestro Mario Taverriti, che hanno dato respiro e interpunzione sonora al fluire delle letture.
Commossa e potente anche l’esibizione di Cecilia Larosa, giovane cantautrice, la cui voce ha toccato corde intime. Proprio con Cecilia sta prendendo forma un progetto musicale intenso: Ilda Tripodi e il compositore Piero Cassano, storico tastierista dei Matia Bazar, stanno lavorando a un brano con un innesto in dialetto calabrese, che unisce poesia e radice, corpo e canto. Cassano, nonostante la febbre, ha omaggiato Ilda con l’esecuzione di “Quando nasce un amore” e di un brano reso celebre da Mireille Mathieu, trasformando la terrazza in un inno all’amore come energia non negoziabile.
Tra i numerosi interventi, quello dell’editore e docente Eduardo Lamberti Castronuovo e del direttore editoriale Luigi Franco di Rubbettino, che hanno evidenziato la forza del libro come atto culturale resistente, capace di fiorire nel deserto della comunicazione superficiale.
A chiudere, con intensità quasi mistica, le parole della giurista e linguista belga Els Pannecoucque: “Ilda è la principessa del silenzio tra le righe. Le sue parole colpiscono senza ferire, bussano con dolcezza alla tua anima. E tu capisci che ciò che sta bussando è già dentro di te.”
Una frase in copertina pone la domanda: “L’amore crede nell’amore?” La risposta, sotto le stelle di Reggio Calabria, è stata un sì incondizionato, radicato, generoso. E questo è solo l’inizio di un viaggio che porterà Economia d’amore in altre città italiane, come manifesto di un nuovo umanesimo poetico, relazionale e civile.
Comunicato Stampa