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Separazione carriere, Nordio: “Ci credo da 30 anni, mai più cambiato idea”

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Carlo Nordio

La riforma costituzionale della giustizia incassa due sì alla Camera e al Senato. Il primo passaggio parlamentare si conclude quindi nel migliore dei modi, per il guardasigilli Carlo Nordio. Si dice “molto contento”, nell’intervista di Hoara Borselli su Il Giornale di oggi (l’intervista qui). “Ne scrissi la prima volta 30 anni fa – ricorda -, e naturalmente fui pesantemente criticato dall’Anm. Non era facile a quei tempi mantenere la barra dritta. Ora questa impresa si sta realizzando”.

Il Ministro non nega di aver avuto, in passato, un periodo di contrarietà alla separazione delle carriere, come detto ieri alla Camera dalla deputata del Pd Debora Serracchiani. Era il 1992, “tra stragi e tangentopoli. Io stesso ero oggetto di attacchi da parte della politica perché avevo arrestato democristiani e socialisti”, dice il Ministro; “la magistratura doveva restare compatta”.

Poi però, nel ’95, “dissi che stavamo esagerando, e che erano necessarie riforme radicali”. I titoli de Il Giornale e il Corriere certificano un definitivo cambio di passo: Il giudice Nordio si pente. “Da allora – sottolinea il Guardasigilli – non ho più cambiato idea”. Il Ministro quindi replica alla deputata Serracchiani, che “dovrebbe ricordare – aggiunge – che lei stessa firmò nel 2019 un documento favorevole alla separazione delle carriere”.

La riforma costituzionale – per la quale è atteso il secondo doppio passaggio parlamentare da fine ottobre – offrirà più garanzie all’imputato. “Il giudice – prosegue il Ministro – sarà veramente terzo e imparziale, mentre oggi viene valutato nei consigli giudiziari e nel Csm anche dai pm”, ribadendo che “sull’autonomia e indipendenza dei pm non cambia assolutamente nulla”.

Spazio alle prossime riforme, in particolare alle modifiche del codice di procedura penale. “Soprattutto sulla carcerazione preventiva – dice il Ministro -, perché oggi una buona parte dei detenuti in attesa di giudizio poi viene assolta, o condannata a una pena sospesa. E poi c’è la responsabilità delle forze dell’ordine e dei medici, la tutela della privacy e tanto altro”.

Quanto alla possibilità di appellare le sentenze di assoluzione in primo grado, Nordio, pur ribadendo la legittimità del ricorso, sottolinea che “quando una persona viene assolta con formula piena, l’unico motivo di impugnazione può essere una evidente violazione di legge. Ma allora bisogna rifare ex novo il dibattimento. Non si può giudicare sulla base di un processo che si ritiene viziato”.

fonte: https://www.gnewsonline.it/separazione-carriere-nordio-ci-credo-da-30-anni-mai-piu-cambiato-idea/

Giustizia

di WilliamCho by pixabay

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